Il cinquantesimo compleanno è uno di quelli che assume un’importanza rilevante, forse perché è una bella cifra tonda e ridondante, o forse perché è la data simbolo del “mezzo del nostro cammino”.
Sta di fatto che un nostro caro amico, nonché cofondatore di questo blog, sommelier molto bravo e competente, per festeggiare i suoi cinquant’anni ha pensato di portare tutto lo staff di A Piede Franco a visitare una cantina (nel pieno rispetto delle restrizioni Covid). Il nostro Davide ci ha invitato a passare una mattinata da Merumalia, azienda agricola alle porte di Roma nel territorio del Frascati DOCG.
L’azienda Merumalia
Merumalia significa letteralmente “vino e altro” dal latino merum e alia, infatti l’azienda produce oltre al vino anche un buonissimo olio extravergine di oliva. Vi chiederete perché merum e non vinum? La risposta è semplice: in latino esistono tre termini per indicare il vino (pensate quanto era importante!) e merum è il termine usato per descrivere quello più pregiato.
Lo sapete come si dice vino in dialetto pugliese? Si dice: “mjier”o“mieru”. Ecco che tutto torna, Merumalia è stata fortemente voluta dalla famiglia Fusco che è originaria della Puglia e già il nome scelto per l’azienda, ci fa capire qual è la strada intrapresa: produrre vino di qualità.
Ci raccontava Giulia Fusco che il papà dopo tanto girare per lavoro, trasferitosi nei dintorni di Roma, è rimasto stregato dalla vista di cui si gode dalla piccola terrazza sul punto più in alto della collina, nel mezzo della terra appartenente all’azienda.
Da quel preciso momento, era il 1995, si è sviluppata l’avventura di Merumalia, che nel 2015 è divenuta azienda biologica eco-sostenibile.
Ci troviamo in una zona vocata alla coltivazione dell’uva da vino dai tempi dei romani che avevano intuito le grandi potenzialità di questo territorio di origine vulcanica alle porte di Roma. A tutti gli effetti parliamo di un super vulcano quiescente denominato non per caso “Caldera dei Colli Albani“.
Questa tradizione, nel tempo, si è tramandata di generazione in generazione, infatti moltissime famiglie frascatane hanno il loro appezzamento di terra dove coltivano l’uva da sempre. Non è il caso di Merumalia che, come accennato in precedenza nasce dalla passione per la terra e il vino di una famiglia originaria della Puglia.
La particolarità di questa azienda comincia proprio da qui, dal fatto che non essendo vignaioli di tradizione e non essendo frascatani di origine, hanno potuto impostare il know how dell’azienda sull’innovazione e sulla sperimentazione al fine della qualità del prodotto finito piuttosto che la quantità.
L’azienda vanta circa 11 ettari, di cui 1 di uliveto e 8.5 coltivati a vite, tutto completamente a regime biologico da sempre. Si coltivano specie autoctone del territorio come la Malvasia del Lazio, il Greco, il Fiano e il Bombino. Estremo rispetto della terra e del lavoro manuale dell’uomo, tutto rivolto alla ricerca della qualità del vino prodotto.
La produzione dell’azienda è di 25.000 bottiglie annue con delle rese medie di circa 40/50 quintali per ettaro, quasi tre volte meno di quanto consentito dal disciplinare del Frascati!
Nel tempo si è passati da impianti a tendone che garantivano una produzione votata al massimo sfruttamento delle viti ad impianti a guyot (alcuni a cordone speronato) che garantiscono rese più basse ma di qualità nettamente migliore.
La filosofia di quest’azienda è volta a salvaguardare il territorio e ad esaltare il terroir cercando di intervenire il meno possibile sul decorso della natura. Ricercare una linea comune a tutti i vini è cosa assai complicata, ma Merumalia, con sacrificio e dedizione al lavoro, ci è riuscita confermando quanto di buono fatto soprattutto in vigna ma anche in cantina.
Degustiamo
In un territorio vocato per la produzione di vini bianchi Merumalia sposa appieno la tradizione di queste zone producendo sei diverse tipologie di vino bianco e un rosso, oltre all’olio extra vergine di oliva.
Per l’occasione del compleanno del nostro amico Davide la degustazione si è svolta sulla base di tre vini bianchi secchi e uno, sempre bianco ma dolce.
1° vino in degustazione Fiano IGP Lazio Bianco 2018
Il Fiano IGP Lazio 2018 é un bianco100% Fiano che affina 4 mesi in acciaio e 3 in bottiglia prima di essere messo in commercio. Si presenta con un naso minerale e gradevolmente mentolato, in bocca troviamo una buona persistenza e piacevole morbidezza, sentori di fiori bianchi delicati e quella mineralità che abbiamo avvertito al naso. Bottiglia perfetta per un aperitivo a base di formaggi e salumi.
2° vino in degustazione Primo Frascati Superiore DOCG 2018
Malvasia del Lazio, Greco e Bombino in proporzioni variabili sono le uve del Primo Frascati Superiore DOCG 2018 di Merumalia. Anche qui il vino affina 4 mesi in acciaio e 3 in bottiglia prima di essere messo in commercio. Rispetto al Fiano cambia decisamente la struttura, non per niente Primo ha i suoi bei 14% vol alcolici.
Naso di frutta a polpa bianca, leggermente floreale e decisamente minerale. In bocca si presenta molto fresco, ci ritroviamo la sapidità e la frutta, il tutto con una buona persistenza. Si sale di struttura e di conseguenza si sale anche con la tipologia di abbinamento, a Roma diciamo “la carbonara è la morte sua”.
3° vino in degustazione Primo Riserva Frascati Superiore DOCG 2017
Fratello maggiore del “Primo” (il gioco di parole è inevitabile) il Primo Riserva Frascati Superiore DOCG 2017 è sempre un blend di Malvasia del Lazio, Greco e Bombino, ma con 5 mesi in più di affinamento in acciaio. Si sale di struttura e di conseguenza i profumi aumentano di intensità. Sentori di frutta come la pesca e la pera sono ben nitidi e presenti al naso, non manca di certo la caratteristica dei vini di queste parti: la mineralità. In bocca è sapido fresco e intenso, buona la corrispondenza gusto olfattiva, lunga la persistenza. Si abbina con piatti elaborati di pesce e carni bianche.
4° vino in degustazione Canto Cannellino di Frascati DOCG 2019
Per concludere abbiamo assaggiato il vino dolce, che da queste parti non può che essere il Cannellino. Malvasia del Lazio e Bombino, affina 7 mesi in barrique e 3 mesi in bottiglia. Al naso si percepiscono sentori di frutta secca e di miele di acacia con una buona intensità. Morbido in bocca fresco al punto giusto e di lunga persistenza. Dolce con dolce dice la regola dell’abbinamento e questo Canto Cannellino di Frascati DOCG 2019 sta molto bene con la pasticceria secca ma anche con formaggi erborinati.