Visita Nell’Azienda Agricola Emiliano Fini

Sin da quando siamo andati on line con il blog di A Piede Franco, mi ero ripromesso che una delle prime visite in cantina sarebbe stata da Emiliano Fini, per diversi motivi che vi racconterò nel prosieguo di queste righe. 

Emiliano Fini è un professionista affermato, ingegnere civile con la passione per il vino e la vigna, che con l’aiuto delle persone giuste è arrivato con molto successo alla terza vendemmia. 

La sua storia è molto bella e particolare. La famiglia di Emiliano rileva l’azienda agricola nel 1988 e continua a coltivare vigneti (occupano circa 6 dei 10 ettari totali) e vendere le uve alle più importanti cantine del Lazio. Emiliano partecipa attivamente alle attività dell’azienda di famiglia conciliando il lavoro della terra allo studio. Conosce Michela, la sua futura moglie, e con lei comincia a frequentare corsi di degustazione, eventi vitivinicoli e wine-tour. È lì che ci siamo conosciuti e abbiamo stretto amicizia.

Proprio frequentando questi ambienti Emiliano comincia a rendersi conto che la sua azienda non ha nulla da invidiare a tante altre della zona, si convince sempre di più di poter compiere il grande salto da venditore di uve a produttore di vino. Il caso ha voluto che Emiliano conoscesse Letizia Rocchi, affermata enologa, che avendo visto i vigneti di Emiliano, la cura e le attenzioni che lui e la sua famiglia mettono nella loro azienda agricola, non ha esitato nemmeno un secondo a intraprendere una collaborazione con Emiliano per aiutarlo a cominciare a produrre i suoi due vini: la Malvasia Puntinata (Libente) e il Grechetto (Cleto).

La scelta di vinificare solo questi due vitigni è ponderata, seguendo la filosofia con la quale questo giovane produttore ha deciso di portare avanti la sua attività. Rappresentare il territorio con vini da vitigni autoctoni, rigorosamente monovitigno, ricerca estrema di qualità e rispetto per la terra, cercare di dare un’anima ai suoi prodotti per avere un filo conduttore caratterizzante. Per dirla semplice: ricerca di riconoscibilità.

L’azienda nel dettaglio 

Ci troviamo ad Aprilia, al confine tra la provincia di Roma e quella di Latina, nella DOC dei Colli Albani, in un territorio caratterizzato da un terreno rigoglioso di origine vulcanica. Nello specifico si tratta di terreni composti da tufi e pozzolane, provenienti dalla colata lavica artemisio-tuscolana risalente a circa 360.000 anni fa. I Colli Albani sono un gruppo di rilievi montuosi appartenenti all’Appennino Laziale nella zona sud-est di Roma, sono costituiti dalla caldera e dai coni interni di un vulcano quiescente, il cosiddetto Vulcano Laziale.

La composizione del terreno caratterizza, e non poco, i vini di queste parti, dando un’impronta di sapidità e mineralità importante, anche se non tutte le aziende locali fanno della ricerca maniacale della qualità il loro cavallo di battaglia. 

L’azienda di Emiliano fa parte invece di quest’ultima categoria, l’attenzione e la completa dedizione in vigna sono la base della filosofia di Emiliano, ma soprattutto le uve preposte alla vinificazione e alla vendita sono semplicemente perfette. Per fare esempi concreti, in questa azienda si curano molto i dettagli in vigna, si fa molta attenzione nello sfogliare, soprattutto per quanto riguarda il grechetto che è una pianta molto rigogliosa, per eliminare le sensazioni amaricanti. In fase di potatura si è scelto di lasciare otto gemme per tralcio per cercare di controllare la vigoria del grechetto in funzione della qualità delle uve.

I 6 ettari vitati dell’azienda comprendono diversi vitigni tra cui Merlot, Trebbiano (le viti più vecchie), Malvasia Puntinata, Grechetto e qualche filare di Chardonnay. Ma la scelta di vinificare solo Grechetto e Malvasia Puntinata deriva da un insieme di fattori quali esposizione, tipi di impianti e potature fatte in precedenza, età delle viti, etc. Ovviamente non dimentichiamo che i due vitigni scelti sono caratteristici della zona. 

Dalle splendide vigne che sembrano giardini, entriamo in quella che sarà a breve la cantina. Come detto, l’azienda di Emiliano vendeva le uve e non c’era mai stata la necessità di costruire una cantina. Ora che le cose sono cambiate la cantina diventa di vitale importanza e si farà, anche perché il potenziale dell’azienda è nettamente più importante di quella che è l’attuale produzione.

Diciamo che da buon imprenditore si è voluto misurare con il mondo del vino partendo in sordina, ma si è reso subito conto dei risultati avendo già i suoi ottimi vini ricevuto dei premi. La cantina darà quindi ancora più prestigio ad Emiliano, permettendogli di sperimentare e personalizzare ancora di più i suoi vini.

Degustiamo

Finalmente siamo arrivati al momento di stappare, e per l’occasione Emiliano ha proposto la prima piccola verticale di Grechetto e di Malvasia Puntinata, a partire dall’annata 2019 in esclusiva (ancora non è in commercio) per finire con la prima annata, la 2017.

Cominciamo con il Cleto IGT 2019 in anteprima, il cui nome è in onore alla persona che ha dato inizio a tutta questa bella storia, il padre di Emiliano che si chiama Anacleto, Cleto per gli amici. 

Grechetto 100% il vino nasce da un’accurata selezione in vigna dei migliori grappoli, controllati uno a uno prima di essere raccolti a mano e posti in cassette. La lavorazione in cantina dell’annata 2019 è cambiata rispetto alle altre precedenti, precisamente un 10% delle uve sono state solo diraspate e lasciate in infusione nel restante 90% pigiadiraspato il giorno prima. Le precedenti annate, invece, venivano sottoposte a criomacerazione. Tutte le annate fanno fermentazione in acciaio e affinamento in cemento per circa sette mesi.

Cleto IGT 2019

Il vino mostra subito le caratteristiche classiche del Grechetto, freschezza in prevalenza, tanta mineralità e sapidità ma anche profumi di frutta a polpa bianca; persistente e intenso, con un finale ammandorlato a dimostrazione del fatto che questo vino ha bisogno di un po’ di bottiglia per raggiungere il grado di maturazione perfetto per essere apprezzato al meglio.

Cleto IGT 2018 

Qui l’equilibrio è apprezzabile rispetto all’annata 2019, la freschezza e la sapidità sono ben presenti insieme a sentori di frutta un po’ più matura, lungo e intenso, è una bottiglia che si fa apprezzare per la facile beva.

Cleto IGT 2017

È la prima annata prodotta, ma anche la più complessa per invecchiamento a oggi, e si sente. Il vino è ancora ben vivo con freschezza e sapidità ancora presenti e apprezzabili. Oltre alla frutta a polpa gialla si percepiscono anche sentori di pietra focaia. Gradevole al naso e al palato, chiama il secondo bicchiere ma anche un bel pesce alla brace.

Passiamo a quello che, a detta del produttore, è il vino meglio riuscito da quando l’azienda produce vini propri: la Malvasia Puntinata 2019.

Il nome Libente viene dall’unione dei due venti che soffiano sulle vigne dell’azienda di Emiliano, il Libeccio e il Ponente, che provengono dal mare e che contribuiscono a quello che è il concetto di terroir, mantenendo anche il grado di umidità basso che contrasta lo sviluppo di parassiti. Passiamo al vino, la 2019 è la prima annata dove non vengono usati lieviti selezionati, anche se neutri, passando a lieviti autoctoni.

Libente IGT 2019. 

 La Malvasia sprigiona subito tutti i suoi profumi caratteristici ma con un’impronta minerale non indifferente che la rende di piacevolissima beva. Intensa e persistente è risultato un ottimo vino come se ne fanno pochi. 

Libente IGT 2018 

Sulla scia della sorella più giovane, questa bottiglia si presenta intensa e complessa al naso, fresca, sapida e minerale all’assaggio. Sicuramente l’intento del produttore di avere un filo conduttore dei suoi vini, una riconoscibilità, è riuscito alla grande.

Libente IGT 2017

Due annate in più in bottiglia non fanno altro che aumentare la complessità e il numero dei sentori presenti in questo vino. All’assaggio è più vivo che mai, con una bella freschezza ed una piacevolissima mineralità che, come sopra, invoglia il degustatore al secondo bicchiere.

Conclusioni

Una bellissima giornata in compagnia di Emiliano e dei suoi vini, è questo il sunto della visita. Sono rimasto molto colpito dalla serietà e dalla ricerca della qualità riscontrati in questa azienda che non può far altro che migliorare con la costruzione della cantina. Fino dalla prima annata, la qualità dei vini è stata sempre molto alta, tanto da ricevere riconoscimenti importanti sin da subito.

In particolare: 2017 guida AIS 3,5 tralci la Malvasia e 3 il Grechetto (su un massimo di 4); guida FIS il Grechetto 4 grappoli e 3 la Malvasia; 2018 3 tralci per entrambe con la guida AIS, 4 grappoli il Grechetto e 3 la malvasia con la guida FIS; premio con WINE Hunter per la Malvasia (punteggio 88-90 punti) e quindi partecipazione al Merano WINE Festival, dove si accede solo se vieni premiato; sempre nel 2018 sono entrati nella guida Veronelli. Ultimo riconoscimento Guida Vinibuoni d’Italia edizione 2021 nomination per la corona, il massimo riconoscimento della guida.

http://www.apiedefranco.com

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