È possibile arricchire contemporaneamente i nostri sensi e la mente?
Io penso di sì. La scorsa settimana sono stata coinvolta come sommelier in un contesto diverso dal solito, tre giornate di teatro, musica e cinema: IL FESTIVAL LIBERE ARTI IN CIRCOLO.
Mi sono ritrovata a disegnare un percorso di degustazione e abbinamento non con del semplice cibo ma con il nutrimento dell’anima: L’ARTE.
Silvia D’Eugenio e Irene Di Lelio
Sono stata contattata dalla regista della compagnia teatrale Linee Libere e ideatrice del festival, Irene Di Lelio, per scegliere e servire del vino durante gli spettacoli e i concerti. La sfida proposta, assolutamente interessante, è stata quella di andare a caccia di sapori che si abbinassero ai contenuti narrativi delle storie che venivano raccontate in prosa e in musica. Un vero e proprio viaggio culturale attraverso suggestioni sensoriali e d’immagine.
Il percorso è stato un bel vortice di emozioni che vorrei ripercorrere insieme per rendere tutti voi lettori partecipi.
Odissea. Casale Marchese
Siamo all’interno del teatro e Spazio di Sperimentazione Culturale di Linee Libere a Poggio Mirteto. Una piccola grotta con soffitto in pietra, un’illuminazione soffusa e divanetti accoglienti che rendono l’atmosfera idonea per un luogo di incontro e dialogo molto familiare.
Tiziana Scrocca racconta l’Odissea
Il primo spettacolo del cartellone è una narrazione improvvisata dell’attrice Tiziana Scrocca sul viaggio di Ulisse. Il centro tematico è la sua umanità attraverso le complesse prove che si ritrova ad affrontare per tornare ad Itaca: errori, sentimenti come la nostalgia e la fedeltà, la rinascita e infine il ritorno.
“Storie che si intrecciano e si ripetono in un flusso narrativo a spirale”.
Questo attraversamento di suoni riprodotti dal vivo dal musicista Roberto Mazzoli con chitarra, bouzouki e percussioni varie, che riproducono echi, emozioni e riflessioni dei personaggi di Ulisse, Circe, Nausicaa, le Sirene e infine Penelope, mi ha ispirata nella scelta del vino che è ricaduta sul più antico e importante del Lazio.
Un vino dimenticato, ma che alla fine è tornato nella sua patria come Ulisse: il Frascati Superiore.
Il colore giallo dorato e il profumo complesso del Frascati Superiore 2018 DOCG di Casale Marchese rispecchiano le caratteristiche del personaggio principale dell’opera e accompagnano gli spettatori/degustatori per tutta la durata dello spettacolo nel viaggio più conosciuto in letteratura greca.
Le nozze del Barone. Librandi
La seconda serata ha visto in scena la compagnia Teatro Proskenion con un canovaccio di commedia dell’arte. Il gruppo proveniente da terre calabresi è guidato dal regista Vincenzo Mercurio e vede sul palco Pietro Rossetti, Giosuè Facciolà e Chiara Orlando Iaria.
La storia è il racconto del viaggio del Barone alla ricerca della sua amata Milady per chiederla in sposa, affiancato dal suo servo Draganello che lo accudisce dandogli da bere, da mangiare e organizzando le sue nozze.
Fedele all’origine degli attori e suggestionata dall’idea di un banchetto nuziale, ho scelto per l’occasione un vino rosso poco conosciuto, il Cirò Rosso DOC di Cantine Librandi. La degustazione avvolge gli spettatori con profumi di frutti selvatici di colore rosso e che viene magistralmente inserita dagli attori all’interno della narrazione.
Nel momento della preparazione del banchetto nuziale mi sono sentita chiamare dal Barone che urlava al suo servo Draganello “corri da Silvia a prendere l’ultima bottiglia rimasta nelle nostre cantine!”. Un’emozione mai provata prima!
L’intreccio costituito di lazzi e intrallazzi tipico della commedia dell’arte, si conclude con le nozze invertite del servo Draganello e della dolce e ambigua Milady. A vincere, questa volta, è la classe sociale più umile, la stessa che ha dato vita alla coltivazione di Magliocco e Gaglioppo, uve autoctone calabresi che rendono il vino servito folkloristico e alla portata di tutti. Proprio per questo ho scelto di dargli importanza in una serata di stampo tradizionale e popolare ma anche culturale.
CU TI LU DISSI CA T’HAJU A LASSARI. Cincinnato
Terzo vino della serata della cantina Cincinnato
Le terza serata ha accolto un concerto di musica popolare di Mariangela Berazzi alla voce e ai tamburi a cornice e Sandro Paradisi alla fisarmonica e al pianoforte.
Brani della tradizioni napoletana, siciliana, calabrese e romana emozionano gli spettatori che degustano un Bellone Brut spumantizzato della cantina Cincinnato. Uva autoctona laziale a metodo Charmat dal colore giallo paglierino e con perlage fine e persistente, al naso profumo di pesca a polpa bianca, al gusto intenso, morbido e leggermente aromatico. La bollicina è ideale per l’atmosfera elegante, leggera e tradizionale di una serata all’insegna di un concerto popolare. Le storie antiche dell’Italia messe in musica sono raccontate con fascino da due bravissimi interpreti che apprezzano la mia scelta e degustano il vino negli intervalli del concerto.
Tre serate piene di sapori, emozioni e cultura
Esperienza da ripetere e che ha dato la possibilità a me e agli spettatori del teatro di entrare in un vortice di sapori, sensazioni e narrazioni che hanno messo al centro l’importanza dell’accrescimento culturale attraverso il senso di comunità.
Sono state per me tre giornate molto piacevoli e piene di scambio artistico e umano sia con gli spettatori che con gli interpreti.
Ringrazio di cuore Irene e tutti gli artisti che ha coinvolto per avermi concesso questa occasione tanto particolare quanto interessante, spero che molto presto collaboreremo di nuovo insieme.
Tutti i lettori sono invitati ai prossimi appuntamenti culturali di questo genere che verranno pubblicizzati nelle nostre pagine social.
Silvia D’Eugenio