Ma cosa ci fa una renana in Sicilia? Me lo chiedo quando vedo il cameriere di Armando al Pantheon portarmi la bottiglia di Miano 2017 che avevo chiesto.
La renana del Miano 2017
Renana è ovviamente la tipologia di bottiglia. Snella, slanciata, di solito siamo abituati a vederla contenere riesling, chardonnay o altri vini bianchi prodotti in Francia, Germania e nord Italia. In questo caso si tratta invece di un Catarratto al 100% della Società agricola vitivinicola Castellucci Miano situata a Valledolmo, in provincia di Palermo.
Il Catarratto d’altura di Castellucci Miano
La risposta alla mia domanda iniziale è in realtà contenuta nel motto dell’azienda viticultura di montagna, riferendosi all’altitudine dei vigneti compresa tra i 700 e 1050 metri sul livello del mare. D’altronde non c’è solo l’Etna a ricordarci che la Sicilia non è esclusivamente spiagge e mare. Castellucci Miano, situata nelle immediate vicinanze del parco delle Madonie, ha puntato molto su due vitigni autoctoni come il Perricone e il Catarratto, che dal 2016 sono diventati alla base, insieme al Nero D’Avola, del nuovo disciplinare della DOC Valledolmo-Contea di Sclafani.
Non solo la forma
Mettendo il naso dentro al bicchiere del mio Miano 2017 (prezzo in carta sui 22€, in enoteca si trova sicuramente ad un costo inferiore), mi rendo conto che la scelta della bottiglia è piuttosto azzeccata: la mineralità ricorda veramente quella di un vino di montagna, arrivo a sentirci anche delle note di idrocarburo tipiche del riesling. Certo, con un affinamento di 3 mesi in acciaio e 2 in bottiglia, questo vino frutto di piante di 20 anni è pensato per essere giovane, fresco e immediato. Devo però considerare che quello che sto bevendo ha in realtà già 3 anni.
Bufala o sperimentiamo?
La sapidità e la freschezza che si ritrovano in bocca mi fanno pensare subito ad una mozzarella di bufala come abbinamento. Al naso mi sembra però di avvertire qualcosa di speziato e balsamico, come la salvia. E allora azzardo, ordino saltimbocca alla romana. Per fortuna il prosciutto non è troppo forte e la morbidezza della crema dei saltimbocca di Armando al Pantheon (ma li avete mai provati?!) si bilancia perfettamente con la mineralità del mio vino.
La riprova del Catarratto
Questo vitigno si conferma essere tra i miei preferiti del sud Italia. Soprattutto quando viene coltivato in altitudine riesce sempre ad essere elegante e complesso, anche in vini giovani e beverini come il Miano. A questo punto sono curioso di provare anche il suo fratello maggiore Shiarà, sempre Catarratto, che fa il doppio di affinamento ed è prodotto da piante di 40 anni.
Michele
Beh! se pensasse di ritornare in Sicilia ci venga a trovare….
Torneremo più che volentieri appena possibile!