La cantina
In una calda giornata di luglio, visitiamo l’Azienda vinicola Pranzegg. Ci troviamo in località Campiglio, una frazione a nord di Bolzano all’inizio della Valle Isarco proprio di fronte alla rinomata collina Santa Maddalena. A 400 mt sul livello del mare vi si coltivano 3 ettari di ripidi vigneti, quasi completamente allevati a pergola. In questa zona Martin Gojer e la sua famiglia gestiscono un maso la cui proprietà risale al 1935 ma che alla fine degli anni ’90 viene progressivamente convertito a viticoltura.
Pranzegg – Pergola
Marion, la moglie di Martin, ci accoglie amichevolmente e, mentre ci accompagna in vigna sotto una splendida pergola, racconta la loro storia e la filosofia aziendale grazie alla quale nascono i loro particolari vini naturali.
Nel momento in cui subentra alla conduzione del maso, Martin diventa vignaiolo a tempo pieno e comincia a far rivivere un’agricoltura d’altri tempi, con l’intento dichiarato di far parlare la terra e il territorio. In una zona in cui il conferimento delle uve alle cooperative è una realtà consolidata, questa azienda crede in vini differenti, espressione del territorio e portatori dei valori della tradizione, anche a costo di non rientrare negli standard delle denominazioni.
La vocazione di Martin lo porta a voler essere ambasciatore culturale e naturale del suo territorio, dell’annata e del loro modo di vivere e l’agricoltura biodinamica è la naturale evoluzione di questo pensiero. Proprio per questo, non viene praticato alcun tipo di diserbo, si seguono fedelmente i ritmi delle stagioni e, per difendere le piante dalle malattie, viene usato zolfo, preparati biodinamici a base di erbe e rame in bassissime quantità.
Schiava
In cantina tutti i vini si ottengono grazie alle fermentazioni spontanee e a lunghe permanenze sulle fecce; non vengono effettuate chiarifiche, né filtrazioni e vengono usate dosi minime di solforosa.
Martin Gojer è un produttore in controtendenza rispetto all’idea classica dei vini altoatesini; non a caso i suoi vini non riportano certificazioni in etichetta ma hanno la denominazione Triple “A” (Agricoltori Artigiani Artisti).
Dopo la degustazione, descritta di seguito , lasciamo l’azienda Pranzegg con la consapevolezza di aver conosciuto persone vere e impegnate a esaltare il territorio e le tradizioni locali attraverso il proprio lavoro. E i loro vini lasciano il segno nella nostra memoria gustativa ed emotiva, ci sorprendono con la riscoperta di vitigni tradizionali che ci sembra di assaggiare per la prima volta, ci conquistano con la loro convivialità un bicchiere dopo l’altro. Ringraziamo la famiglia Gojer per aver condiviso con noi il loro tempo e la loro passione.
I Vini:
1.Vino Rosso Leggero
Il “Vino Rosso Leggero” di Pranzegg è un vino immediato e di piacevole beva. Nelle annate precedenti era stato prodotto con il 60% di Schiava, il 30% di Lagrein e il 10% di Merlot, mentre l’annata degustata, la 2019, è composta da Schiava al 100%, uno dei due vitigni autoctoni a bacca rossa del territorio.
Pranzegg Vino Rosso Leggero 2019
Dopo la vendemmia, le uve vengono fatte macerare per 5/12 ore in pressa, poi passano alla fermentazione spontanea in acciaio sulle bucce fermentate del “Caroline” (vino bianco che vedremo in seguito). L’affinamento prevede un periodo in vetroresina e tonneaux usati.
Alla visiva è di un bel Rosso rubino molto scarico e luminoso; alla olfattiva si percepiscono piccoli frutti di bosco, ciliegia non ancora matura e lampone con una leggera nota speziata, mentre alla gustativa è senza dubbio fresco, minerale, verticale e succoso.
Insomma, un vino che si fa bere con una facilità incredibile, che risulta perfetto come aperitivo e che si può abbinare con un tagliere di salumi o semplicemente con degli stuzzichini.
2. Campill 2016 (La Schiava Liberata)
Beh, è la Schiava che non ti aspetti. Da Pranzegg questo vitigno trova una dimensione che non ha nulla a che vedere con tutte le altre Schiava che ho degustato finora. Questo vino va fuori dagli schemi altoatesini che vedono la Schiava come vino di alto consumo e di facile interpretazione. La Schiava di Pranzegg è decisa, verticale, intensa e soprattutto non scontata; una bottiglia con una spalla acida importante da provare oggi, ma da assaporare anche tra qualche annetto. I vini di Martin e Marion posseggono tutti una acidità importante e una struttura proveniente da quella mineralità che solo questi territori sanno dare.
Pranzegg Campill 2016 – Schiava
Dopo la vendemmia, tutta manuale, si innesta la fermentazione spontanea con 30% dei raspi, senza controllo della temperatura, in tini troncoconici e botti ovali di rovere per 6 settimane, 4 delle quali a cappello sommerso.
L’affinamento avviene in botte ovale usata e tino troncoconico per 12 mesi più cemento e botte ovale usata di rovere per 10 mesi. L’imbottigliamento è manuale, senza filtrazioni né chiarifiche.
Alla visiva è di un bel rosso rubino come da foto; alla olfattiva si percepisce subito un frutto rosso scuro, ribes, prugna, amarena matura con qualche accenno di liquirizia, spezie scure come il chiodo di garofano.
Alla gustativa è un vino con una cospicua struttura minerale, un tannino elegante, una freschezza che lo rende piacevolmente bevibile e di buona persistenza. Tutto ciò associato a un discreto potenziale di invecchiamento.
Per assaggiare questa bottiglia, bisogna lasciarsi alle spalle il concetto di Schiava facile e senza grinta. Grazie a Martin e Marion riscopriamo la vera essenza di questo vitigno, per nulla scontato.
Abbinamenti consigliati: piatti del territorio come i canederli allo speck, formaggi stagionati o più semplicemente piatti di carne.
3. Laurenc 2016
Lagrein 100%. Anche con questo vino ci troviamo di fronte a una interpretazione più autentica di un vitigno, per sua natura più rustico e rude di quanto normalmente ci si immagina, specie se si assaggiano versioni più standard di questo vino.
Pranzegg Laurenc 2016 – Lagrein
Qui si apprezza molto la mano del vigneron. Martin, con la magistrale gestione di fermentazioni spontanee su lieviti indigeni e grazie ad accorgimenti come l’utilizzo dei raspi, riesce a tirare fuori da questa bottiglia il vero carattere del Lagrein.
Vinificazione: la fermentazione spontanea su lieviti indigeni con il 70% dei raspi avviene in tini troncoconici, senza controllo della temperatura. La macerazione sulle bucce prosegue per 4 settimane, 2 delle quali a cappello sommerso all’interno di tini troncoconici di rovere.
Affinamento: il 90% di prodotto viene inserito in tini troncoconici di rovere e il restante 10% in piccole botti usate; il tutto affina per ben 25 mesi. L’imbottigliamento è manuale, senza filtrazioni né chiarifiche.
Alla visiva è di un rosso rubino intenso con delle scure sfumature violacee; alla olfattiva si percepiscono profumi di sottobosco, intensi sentori di piccoli frutti a bacca scura, richiami speziati e balsamici.
Alla gustativa: all’entrata è potente il richiamo del frutto già avvertito al naso, quasi denso, con un tannino presente e ben integrato. Questa forza è compensata da una grande freschezza e dalla mineralità, che da queste parti è di casa.
Abbinamenti consigliati: Risotto ai funghi, formaggi stagionati, affettati e salumi.
4. Caroline 2017
Si tratta di un interessante quanto originale assemblaggio di 4 vitigni a bacca bianca: 35% di Sauvignon Blanc, 35% di Chardonnay, 15% di Viognier, 15% di Manzoni B.
Pranzegg Caroline 2017
È una bottiglia di grande personalità e complessità: i quattro vitigni contribuiscono con le loro peculiarità e si fondono in questo bianco ricco ed elegante.
Vinificazione: il 60% fermenta per 12 giorni con le bucce all’interno di mastelli; il restante 40% del mosto macerato fermenta in botti grandi di rovere.
Affinamento: il vino matura 10 mesi sulle fecce di fermentazione in botti grandi, più altri 11 mesi sulle fecce fini in cemento e tonneaux usati.
Alla visiva è di un bel giallo dorato con riflessi ocra; all’olfattiva è intenso nei suoi profumi di frutta gialla (pesca), frutta esotica e candita. Si percepiscono anche spezie e una nota iodata molto piacevole. Alla gustativa è un vino intenso pieno e avvolgente che mantiene comunque una sua eleganza grazie alla grande spalla acida e alla lunga persistenza sapida.
Abbinamenti consigliati: formaggi erborinati, tartare di pesce.
5. Miau 2019
Il Miau è un vino rosato frizzante ottenuto grazie al metodo ancestrale: il vino è lasciato rifermentare in modo naturale in bottiglia, grazie agli zuccheri rimasti a seguito di un voluto abbattimento termico avvenuto nella prima fase della vinificazione.
Pranzegg Miau 2019
Con questo vino fresco e di facilissima beva composto da Lagrein 80% e Schiava 20%, Martin ci sorprende ancora per la capacità di utilizzare tecniche del tutto naturali e soprattutto per la sua intraprendenza nello sperimentare soluzioni molto originali.
Vinificazione: La Schiava fermenta spontaneamente in vasche d’acciaio inox e cemento e poi macera sulle bucce per un giorno e mezzo. Il Lagrein viene pressato direttamente. Svinatura e imbottigliamento avvengono con 14g/l di zucchero residuo. La rifermentazione avviene in bottiglia, senza sboccatura.
Affinamento: in bottiglia per 4 mesi e mezzo.
Alla visiva è di un colore rosa tenue, opalescente perché non filtrato e per la presenza di lieviti in sospensione. Ha un buon numero di bollicine anche se non molto persistenti (ma gli si perdona, visto che non è ottenuto con il metodo classico).
Alla olfattiva si percepiscono profumi freschi e fruttati; si distingue il lievito e le bacche rosse più qualche nota di erbe aromatiche.
Alla gustativa è fresco e dissetante: sgrassa bene il palato, è delicatamente minerale e con una chiusura così pulita che ti invita a chiedere un altro calice.
Abbinamenti: è molto duttile, perfetto con gli aperitivi ma si presta anche ad abbinamenti con speck e formaggi di montagna o con minestre di verdure
6. Fuori Serie 2013 + 2016
Infine Marion ha concluso la degustazione con due “Fuori Serie”: la prima del 2013 (Schiava 100%) e l’altra del 2016 (Merlot 100%). Queste bottiglie provengono dalle vigne più antiche del maso, hanno bisogno di periodi di affinamento più lunghi al fine di raggiungere la massima qualità espressiva e vengono prodotte solo in annate particolari.
2013 (Schiava) – Fermentazione spontanea in vasche d’acciaio e in legno, poi 2 anni in botti grandi di legno, 1 anno in vasche d’acciaio e 2 anni in bottiglia.
Alla visiva è di un rosso rubino leggermente velato; al naso si percepisce confettura ai frutti di bosco, frutti rossi in genere e note vegetali e balsamiche. Al palato troviamo un’ottima corrispondenza gusto-olfattiva e, malgrado l’affinamento, ancora si percepisce una buona freschezza acida associata a una delicata mineralità, un finale lungo e piacevole.
2016 (Merlot) – Fermentazione spontanea per una settimana in acciaio. Affinamento per 10 mesi su fecce fini in botte e cemento. Imbottigliamento senza filtrazione e chiarificazione. Ulteriore affinamento per 26 mesi in bottiglia.
Alla visiva è di un rosso rubino intenso con unghia granato. Al naso sentiamo note di frutti di bosco, spezie, cuoio e di tabacco. Al gusto è di buona struttura e rimane morbido, avvolgente ed equilibrato. Presenta ancora una buona trama tannica e una discreta acidità.
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