Porta del Vento: i molteplici volti del Catarratto e del Perricone

Dove portano i venti? Proviamo a scoprirlo seguendo il Maestrale in Sicilia nella provincia di Palermo, che risale dalle pianure e si incanala in una gola fermandosi sulla sommità dell’altura dove sorge Camporeale. È qui che si trova Porta del Vento, l’azienda agricola di Marco Sferlazzo.

Porta del Vento

La cantina Porta del Vento nasce nel 2006, voluta fortemente da Marco per seguire il suo grande sogno. Conoscevo solo alcuni dei suoi vini, ma sono rimasto immediatamente colpito dalla chiarezza dello stile e della filosofia dell’azienda. Lo so, si dice spesso di molte aziende, ma qui è facilmente percepibile: vitigni autoctoni, certificazione biologica e sperimentazioni per trovare i vini “giusti” per ogni vitigno.

Un calice di Catarratto in vigna
Un calice di Catarratto in vigna
Marco Sferlazzo controlla la pressione del Voria Bianco
Marco Sferlazzo controlla la pressione del Voria Bianco
Le vasche in cemento di Porta del Vento
Le vasche in cemento di Porta del Vento

I 18 ettari vitati dell’azienda sono coltivati principalmente a Catarratto e Perricone e sono divisi in 4 appezzamenti sparsi nei dintorni di Camporeale. Le vigne più vecchie datano quasi 50 anni e sono ancora oggi allevate ad alberello, l’antico metodo tradizionale utilizzato in Sicilia. Proprio in questa stagione la chioma viene impupata, ovvero condizionata per proteggere i grappoli dai forti raggi del sole estivo.

Qui a Porta del Vento ogni appezzamento corrisponde ad un vino, quindi tutte le fasi di coltivazione vengono curate con un obiettivo specifico per la particolare declinazione di quel vitigno.

Un alberello "impupato"
Un alberello “impupato”

La terra vecchia

Passeggiamo tra i vigneti con Marco, ci mostra come il terreno sia composto da “terra vecchia”, una sabbia ferrosa risultato dell’erosione di roccia arenaria risalente a 14 milioni di anni fa. Tra i filari è ancora possibile vedere un grande affioramento di arenaria levigato dal vento in forme sinuose (si segnalano anche alcune cavità la cui origine potrebbe essere dovuta alla mano dell’uomo). Essendo sulla cima più alta della zona, riusciamo chiaramente a distinguere come anche tutte le colline circostanti siano composte in alto da sabbia ferrosa dal colore rossastro, mentre in basso da terreno argilloso dai toni del grigio e del giallo, per lo più destinato a seminativo.

La Porta del Vento
La Porta del Vento
Il terreno sabbioso e ferroso in vigna
Il terreno sabbioso e ferroso in vigna
L'affioramento di arenaria dietro la vigna
L’affioramento di arenaria dietro la vigna

È questa la ricchezza dei vini di Porta del Vento: terreni minerali e sabbiosi, che impongono alla vite di andare a fondo con le radici per cercare l’acqua. Se sommiamo anche la ventilazione e l’escursione termica data dall’altitudine, è facile immaginare che i risultati nel calice siano eccellenti.

La degustazione panoramica

Dopo aver visitato le vigne e la cantina, ci prepariamo per la degustazione dei vini, allestita su una stupenda terrazza ombreggiata con vista sui filari. Ad accompagnare le bevute, ci saranno poi delle prelibatezze locali che vanno dai formaggi e salumi, al pane cunzato e involtini di carne.

Una botte decorativa sulla terrazza
Una botte decorativa sulla terrazza
La terrazza per la degustazione
La terrazza per la degustazione
Non solo vino in degustazione
Non solo vino in degustazione

Lyr Spumante

Iniziamo la degustazione alla grande, con il Lyr, uno Spumante Metodo Classico a base 100% Perricone vinificato in bianco (un blanc de noir quindi). Questo spumante, che riposa per almeno 12 mesi sui lieviti, ha un naso rotondo, accattivante (tipico di un’uva a bacca rossa) e il palato bello citrino e verticale. È frutto di una prima vendemmia della vigna di Perricone, che qui riesce a mantenere una grande acidità, condizione necessaria per uno spumante.

Curiosità: in preparazione c’è anche la versione rosé del Lyr.

Lyr Spumante Metodo Classico
Lyr Spumante Metodo Classico

Catarratto 2020

Passiamo dal Catarratto 2020, un DOC Monreale vino d’esordio di Porta del Vento, con il primo imbottigliamento nel 2006. La fermentazione avviene grazie ai lieviti indigeni, con la tecnica del pied de cuve, che consiste nel creare uno starter di fermentazione con una piccola parte del mosto, da aggiungere in seguito al resto della massa. Affinamento solo in cemento sulle fecce nobili per esaltare i profumi caratteristici di questa uva. Sono infatti evidenti i sentori di agrumi, fiori gialli, camomilla, ginestra.

All’assaggio colpisce la grandissima sapidità, che resta sulle labbra, e un finale di lieve mandorla amara. Da notare che questa 2020 ha una gradazione alcolica di 13%, data dall’annata più calda rispetto alla media (di solito questo vino arriva a un massimo di 12-12,5%).

Luna Calante 2019

Passiamo al Luca Calante Sicilia IGP 2019, la versione orange del Catarratto 100%. Effettua 35 giorni di macerazione ossidativa sulle bucce, non è filtrato e non contiene solfiti aggiunti. Naso di grande intensità, capperi, noce moscata, mela cotogna. In bocca c’è grande corrispondenza di sentori, un vino perfetto per l’abbinamento con carni bianche (anche agnello), formaggi e fritture. Per rimanere in Sicilia, sarebbe ideale da accompagnare ad arancine (usiamo il femminile perché siamo nella Sicilia nord-occidentale) o pasta con le sarde.

Saharay 2019

Saharay 2019
Saharay 2019

La terza versione del Catarratto fermo è il Saharay IGP Terre Siciliane 2019. Anche qui si ha una macerazione sulle bucce, ma senza scambio di ossigeno e con la differenza di un affinamento in botte grande non tostata di 1 anno. Sentori speziati, minerali e fruttati, con una nota leggermente fumé. Un vino di struttura da abbinamento.

Noi lo accompagniamo allo sfincione (una specie di pane-pizza siciliano con pomodoro, cipolla e acciughe) che ci è stato appena servito: niente male!

Voria Rosato

Dopo i bianchi, tocca al Voria Rosato, un vino frizzante 100% Perricone rifermentato in bottiglia non filtrato o chiarificato.

Un colore quasi ipnotico, corallo, e sentori floreali freschi.

Un perfetto aperitivo non convenzionale, con i suoi 11,5% e la grande facilità di beva.

Il colore del Voria Rosato
Il colore del Voria Rosato

Ishac 2019

Ishac 2019, Nero d'Avola
Ishac 2019, Nero d’Avola

Passiamo ai rossi con l’Ishac 2019, un Sicilia DOC 100% Nero d’Avola che, dopo solo una settimana di macerazione, affina in cemento e in legno grande.

Mi colpisce subito il naso elegante, fresco, quasi mentolato. Niente a che vedere con alcuni Nero d’Avola siciliani estremamene carichi e “marmellatosi”. Questo risultato è ottenuto grazie alla posizione del vitigno a 450 metri sul livello del mare e alla breve macerazione.

Perricone 2017

Prima di concludere, come non assaggiare il Perricone Terre Siciliane IGP 2017 (che diventerà poi DOC Monreale nelle prossime annate), grande punto fermo di Porta del Vento. Affinamento di 12 mesi in botti grandi, ha un naso intenso, di piccoli frutti rossi, violetta, note minerali. All’assaggio grande corrispondenza gusto-olfattiva, il vino si muove bene in bocca e invita al secondo sorso. Perfetto sia da abbinamento con la carne che per un assaggio “meditativo”.

Via col Vento

Terminata l’abbondante e più che soddisfacente degustazione, facciamo a tempo ad assaggiare anche la Grapparosa ottenuta dalle vinacce del Perricone e che deve il suo colore unico al ripasso sulle vinacce dopo la distillazione. 

Mi preme menzionare anche l’Arcai rosso e l’Anfora bianco, i due vini di Porta del Vento affinati in anfora che non vedo l’ora di provare.

La Grapparosa di Porta del Vento
La Grapparosa di Porta del Vento

Salutiamo Marco Sferlazzo e riscendiamo la ripida sommità di questa collina in direzione del sottostante paese di Camporeale, accompagnati dal vento che arricchisce questi grandi vini di Sicilia.

Michele

www.apiedefranco.com

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