Mozzarella di bufala e Pinot Bianco 2018 Nik Weis St. Urbans-Hof

Chi non ama la mozzarella di bufala in tutte le sue forme? Alcuni preferiscono la treccia, altri i bocconcini, altri ancora l’aversana (pezzatura di solito intorno ai 500g) e così via. Mai da conservare in frigo, è perfetta come antipasto o addirittura come piatto principale di una cena tra amici o di un pranzo veloce.

La mozzarella di bufala: che tipo di vino scegliere

La mozzarella di bufala viene prodotta in molte parti d’Italia, ma è la Campania la regione dove la tradizione è più radicata e popolare. Il sapore è piuttosto deciso, aromatico e spesso l’elevata sapidità è la caratteristica che ce la fa apprezzare più di una mozzarella classica.

Ci servirà quindi un vino con una spiccata acidità che possa controbilanciare la grassezza del formaggio, con un medio corpo e una buona persistenza. Ovviamente puntiamo su un bianco o su una bollicina per meglio assolvere il compito.

La scelta della Germania

Un abbinamento che di solito gradisco particolarmente è quello con il Riesling, il vino più famoso della Germania. La sua aromaticità, struttura e residuo zuccherino (comunque lievemente presente anche nella versione secca) sono il perfetto bilanciamento per la bufala. Questa volta però voglio provare un altro vino tedesco, quasi sempre prodotto dalle stesse cantine famose per il Riesling: il Pinot Bianco o Weissburgunder. Scelgo il Weissburgunder 2018 di Nik Weis St. Urbans-Hof.

Nik Weis St. Urbans-Hof e il suo Weissburgunder 2018

L'etichetta di Nik Weis St. Urbans-Hof
L’etichetta di Nik Weis St. Urbans-Hof

Fondata nel 1947, questa ottima azienda di Leiwen (a pochi chilometri da Treviri / Tirer) conta circa 45 ettari vitati lungo i fiumi Mosel e Saar. Il focus è ovviamente il Riesling, declinato in etichette diverse per residuo zuccherino, VDP (Verband Deutscher Prädikatsweingüter, la complicatissima classificazione dei vini tedeschi) e vigneti.

Stappando, o meglio svitando il tappo di questo Pinot Bianco, troviamo notevoli somiglianze con il Riesling: c’è sia la mineralità, che la freschezza e il residuo zuccherino percepibile. Si possono individuare addirittura delle lievi note di idrocarburo tipiche del più famoso vitigno tedesco. Ovviamente il Pinot Bianco risulta essere più semplice, immediato e beverino, ma sempre molto piacevole al palato. Si passa dai fiori alla frutta gialla, alle note minerali ed erbacee. Colpisce l’eleganza di questa bottiglia, che, inutile nascondersi, viene sempre considerata come vino d’entrata prima di passare al Riesling.

Il tappo a vite di Nik Weis St. Urbans-Hof
Il tappo a vite di Nik Weis St. Urbans-Hof

Come si abbina la mozzarella di bufala al Weissburgunder 2018

Mozzarella di bufala e Weissburgunder 2018 di Nik Weis St. Urbans-Hof
Mozzarella di bufala e Weissburgunder 2018 di Nik Weis St. Urbans-Hof

Facciamo il test della bufala: il siero e la sapidità del formaggio devono essere bilanciati dall’acidità e aromaticità del vino. Il Weisburgunder supera la prova, riesce a inserirsi in maniera armonica reggendo la struttura della bufala e, nonostante la mineralità, risulta essere bilanciato grazie alla leggera dolcezza del residuo zuccherino

Che altro avremmo potuto abbinare?

Ovviamente non c’è bisogno di andare fino in Germania per abbinare un buon vino alla mozzarella di bufala. Possiamo sempre restare in Campania e provare un Fiano o un Greco di Tufo, rispettando così anche le regole dell’abbinamento tradizionale e regionale. Altrimenti le bollicine sono un fantastico accompagnamento, soprattutto quando la bufala viene servita come antipasto. Ma di questo avremo sicuramente modo di parlare più in là.

Buon appetito, anzi Guten Appetit!

Michele

www.apiedefranco.com

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