Masone Mannu-La rinascita e il Vermentino di Gallura

La Cantina

Abbiamo visitato la Tenuta Masone Mannu, una “grande proprietà” di 100 ettari nell’entroterra gallurese. Ci troviamo in Sardegna in Località Su Canale, nel territorio di Monti, a pochi chilometri da Olbia e dal mare. I circa 40 ettari vitati sono immersi in un lussureggiante paesaggio di sugherete e macchia mediterranea battuti dai venti che si incanalano tra le colline. 

La tenuta Masone Mannu è presente sul territorio già dal 2003 ma ha vissuto alcuni anni difficili in seguito alla prematura scomparsa del proprietario. Dal 2018 è in atto un importante progetto di sviluppo a opera della nuova proprietà e che porterà, proprio quest’anno, alla prima vendemmia biodinamica certificata. L’imprenditore Giordano Emendatori, già proprietario della Tenuta biodinamica Mara in Romagna, si innamora del territorio e vuole trasformare Masone Mannu in un’azienda prima biologica e poi biodinamica. E anche noi respiriamo l’amore e l’entusiasmo che pervade la Tenuta nelle parole delle collaboratrici che ci accolgono proprio nei giorni immediatamente precedenti la vendemmia. C’è un vivo fermento perché il new deal aziendale coinvolge attivamente i collaboratori, nell’intento di mantenere un forte ancoraggio col territorio sardo.

Le pratiche agronomiche biodinamiche introdotte, bandendo l’utilizzo di sostanze chimiche in vigna e durante la vinificazione, riportano l’attenzione sul ruolo del vignaiolo e sulle cure quotidiane da dedicare ad ogni singola pianta. Nel caso specifico, la vicinanza del mare, il vento, l’esposizione dei vigneti e la natura circostante proteggono “naturalmente” la vigna dall’attacco di muffe e malattie fungine, ma è solo grazie all’attento intervento umano che si ottiene una viticoltura di alta qualità che sia espressione del meraviglioso territorio sardo. 

Nei vigneti della tenuta viene coltivato soprattutto il vitigno Vermentino che trova in Gallura il suo terreno di elezione. Il sottosuolo della zona è di origine granitica (disfacimento granitico delle colline circostanti) e il suolo è sabbioso a grana grossa. Questo garantisce una buona permeabilità che, unita alla ventilazione e all’elevata insolazione, produce vini di un ottimo spessore minerale e con una spalla acida di livello.

Queste caratteristiche contribuiscono a renderlo più elegante e a non appesantire un vino che, altrimenti trattato, potrebbe diventare opulento.  I vitigni Cannonau (a piede franco), Carignano, Bovale Sardo, Merlot e Cabernet Sauvignon completano le varietà coltivate. La gentile collaboratrice (Sig.ra Grazia) ci fa una introduzione sulla storia della tenuta Masone Mannu e su quello che probabilmente diventerà nei prossimi anni.

L’azienda, come già accennato, è in una fase di transizione che la porterà ad allargare gli orizzonti. Ad esempio nei prossimi anni verrà completata la struttura della nuova cantina, moderna e pienamente integrata nel territorio. Questa innovazione produrrà certamente un ampliamento della ricettività finalizzata alla promozione dei vini, attività che per ora è delegata alla buona volontà delle ottime collaboratrici che abbiamo incontrato.

Ma ora veniamo ai vini degustati:

1.Petrizza – Vermentino di Gallura DOCG 2018

2.Petrizza – Vermentino di Gallura DOCG 2019

Il nome Petrizza scelto per questa bottiglia ricorda il materiale di cui è composto il terreno ovvero sabbia granitica, mentre l’etichetta molto interessante ed oggetto di un recente restyling, è fatta di carta e sughero, omaggio alle numerose sugherete che contornano la vigna. Questo vino 100% Vermentino nasce da un vigneto di venticinque anni di età; alla vendemmia manuale segue una soffice pressatura e poi una fermentazione in acciaio a temperatura controllata. La maturazione avviene sempre in acciaio ma a contatto con le fecce fini per circa tre mesi. Questo processo garantisce che lo spettro aromatico del vitigno rimanga piuttosto inalterato. Prima della messa in commercio viene fatto affinare per un ulteriore mese in bottiglia.

Con questa bottiglia l’azienda propone una versione di vermentino leggero e fresco, di facile bevuta ma senza dimenticare l’eleganza tipica di questo vitigno. L’annata 2018 alla visiva si presenta di un giallo paglierino tenue, i riflessi verdolini sono più presenti rispetto all’annata 2019, per ovvi motivi.

  Al naso è fruttato e floreale (fiori bianchi); le note citrine si avvertono subito associate alla pesca bianca e a sentori più gialli tipo ananas  maggiormente nella 2018, nella quale riesco a percepire anche qualche nota di erba aromatica. Al gusto l’entrata è piacevolmente fresca e agrumata; è un vino pieno e minerale con una sapidità che invoglia a chiedere il bicchiere successivo e la consueta nota ammandorlata sul finale discretamente persistente.

Abbinamenti: pasta al sugo semplice, pasta con le vongole o antipasti di pesce affumicato.

3.Costarenas – Vermentino di Gallura Superiore DOCG 2019

Purtroppo in cantina questa bottiglia era finita ma io non mi sono arreso e una volta tornato a Roma sono fortunatamente riuscito a trovare una delle ultime in commercio. Con questo vino in effetti si percepisce il cambiamento in corso, la voglia di cercare l’eccellenza. Non a caso questa bottiglia ha ottenuto i tre bicchieri del Gambero Rosso per ben due volte, nel 2016 e nel 2018. Le pratiche di cantina più attente combinate a bassissime rese ed elevata densità di impianto fanno di questo Vermentino di Gallura la vera rivincita di Masone Mannu. Pur essendo sempre 100% Vermentino, a differenza del Petrizza si possono apprezzare le note più evolute e profonde.

Anche in questo caso la vendemmia è manuale e proviene da uve di un unico vigneto di 35 anni di età raccolte verso la fine di settembre proprio al fine di concentrare più zuccheri. Dopo la pressatura soffice, il mosto viene messo a fermentare in acciaio a temperatura controllata. In seguito fa una maturazione di 5 mesi sulle fecce fini con frequenti batonnages e un affinamento di un ulteriore mese in bottiglia.

Alla visiva è di un bel giallo paglierino con riflessi tendenti al dorato. Al naso si percepisce subito la nota fruttata pesca bianca melone e qualche frutto tropicale più scorza d’arancia, floreale (fiori di zagara) ma anche con una certa balsamicità e infine un piacevole sbuffo iodato insieme a una leggerissima nota di pietra focaia.Alla gustativa si percepisce subito la personalità di questo vino: di struttura ma al contempo fresco e con una grande sapidità marina, avvolgente e con una piacevole e lunga nota ammandorlata sul finale, la giusta conclusione di un bel sorso.

Abbinamenti: primi piatti e antipasti di mare, torte salate e frittura di pesce.

4. Entu – Isola dei Nuraghi I.G.T. Rosso 2016

Entu è il vino rosso strutturato di Masone Mannua, un blend di due uvaggi autoctoni, Cannonau e Carignano con l’aggiunta di un uvaggio internazionale. Dopo la macerazione di 15/20 giorni con frequenti follature e una fermentazione in acciaio a temperatura controllata, viene travasato in botti di legno dove avviene la fermentazione malolattica. In seguito fa 12 mesi in barriques di primo e secondo passaggio e poi affina per altri 6 mesi in bottiglia.

Alla visiva è di un rosso rubino con unghia granata. Al naso è intenso e fruttato, si percepiscono piccoli frutti di bosco, ciliegia e sentori di prugna che si alternano con note balsamiche e floreali come il geranio. Si distinguono inoltre note di mirto e spezie dolci, tabacco e l’inconfondibile sentore di vaniglia. Insomma un vino di una certa complessità.Alla gustativa è decisamente fresco e sapido ma al contempo morbido e avvolgente, con un tannino che tradisce un passaggio in legno assolutamente ben integrato. Buona l’intensità gustativa, equilibrato e persistente.

Abbinamenti: formaggi stagionati, carni rosse, pietanze a base di tartufo, cacciagione da piuma.

5.Zurrìa – Isola dei Nuraghi I.G.T. Rosso 2018

La scelta del Zurrìa è stata dettata dalla mia curiosità di assaggiare vitigni autoctoni in purezza e soprattutto non influenzati dal legno, mi piace pensare di trovare nel calice la vera natura del vitigno stesso. Ma al di là di questo aspetto c’è anche la curiosità di capire come si esprime il Carignano al di fuori della sua terra d’elezione, il Sulcis (provincia di Carbonia, Iglesias e Cagliari).

Dopo la vendemmia manuale di un vigneto di 12 anni di età,  fa una fermentazione in acciaio a temperatura controllata a 25° con una macerazione sulle bucce di 12 giorni con frequenti follature. Sempre in acciaio svolge la fermentazione malolattica, seguita da un affinamento di quattro mesi solo acciaio più un mese in bottiglia.

Alla visiva è un rosso rubino dai riflessi violacei, al naso si presenta complesso con intensi sentori di frutti di bosco, more, lamponi e ribes ma anche fiori come ciclamino, non manca la nota speziata molto evidente. Al gusto la poca, anche se gradita, tannicità viene compensata da una freschezza che lo rende un vino snello e piacevole, quasi alla pari di un bianco.  È equilibrato e con una buona corrispondenza gusto olfattiva, giustamente persistente.

Abbinamenti: salumi in genere, formaggi mediamente freschi, si può azzardare anche pesce a patto che abbia una certa grassezza.


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