Continuando il nostro giro in Collio passiamo il confine con la Slovenia e dopo una manciata scarsa di chilometri arriviamo a Višnjevik, un paesino dove ha sede la cantina di Valter Sirk.
Il Collio Sloveno
Parlare di confine in realtà ha poco senso, almeno dal punto di vista geografico: il Collio italiano della provincia di Gorizia ha il suo naturale prosieguo in territorio sloveno, dove prende il nome di Goriška Brda, ma se non ci fossero dei cartelli ad indicare la divisione politica, non si noterebbe la differenza passando da una collina vitata all’altra.
Storicamente è però diversa l’organizzazione agricola. In Slovenia è solo negli anni ’90 che si è iniziato a parlare di privatizzazione delle aziende vinicole, mentre in passato tutti i coltivatori dovevano conferire le proprie uve al consorzio. Con la proclamazione della Slovenia indipendente nel 1991, hanno iniziato tutti a mettersi in proprio, tanto che ad oggi nella zona si contano circa 150 produttori su 700 ettari vitati.
Lo stile di Valter Sirk
Con una famiglia da sempre nel settore vinicolo, Valter Sirk fonda l’azienda proprio nel 1991 spinto dalla grande passione per il vino e per questo magico territorio. Attualmente la cantina conta 6 ettari vitati per una produzione di circa 40.000 bottiglie l’anno.
Sirk ha le idee chiare per i suoi vini: agricoltura più naturale possibile, lavorazioni controllate ma semplici e vini da monovitigno.
Per quanto riguarda la linea dei “vini freschi”, escono dopo aver passato un anno all’80% in acciaio e 20% in legno usato (solo per il Sauvignon 100% acciaio). Il Tocai e la Malvasia in acacia, mentre gli altri in rovere. La vendemmia è sempre leggermente tardiva, ma questo non inficia sulla freschezza e la sapidità dei vini. Caratteristica quest’ultima che viene anche da un terreno molto pesante e grasso, composto prevalentemente da ponka (“ponca” in italiano, marna arenaria).
Tocai Friulano o Sloveno
Molto curioso l’escamotage sloveno per rinominare il Tocai, dopo aver perso anche qui il diritto di chiamarlo così (e logicamente per non usare il nome “Friulano Bianco”): Jakot, da leggere al contrario ovviamente. L’ultima annata non era disponibile in degustazione, ma dopo un assaggio del vino in fase di lavorazione, ho fatto scorta del Jakot T.F. 2016 di Valter Sirk, dove T.F. “nasconde” proprio l’appellativo di Tocai Friulano.
Rebula 2019
Iniziamo con il Rebula 2019, una Ribolla Gialla al 100%.
Questo vitigno fresco e profumato sta riscoprendo una grande popolarità ormai anche fuori dal Collio. Ottima bevibilità e profumi freschi e affascinanti.
Pinot Bianco 2018
Continuiamo con il Beli Pinot (Pinot Bianco) 2018, grande passione di Valter Sirk. Non un vitigno particolarmente diffuso in zona, basti pensare che sono forse solo altri 8 i produttori in tutta la Slovenia che lo coltivano. Grandissima eleganza, veramente sorprendente. Freschezza a non finire, se si scalda leggermente nel bicchiere il vino si apre sempre di più.
Da abbinare ad un bel fritto, carne bianca o pasta con i funghi.
Pinot Grigio 2018
Ed eccoci al Sivi Pinot (Pinot Grigio) 2018, vinificato in bianco senza contatto prolungato sulle bucce. Profumi leggiadri al naso, in bocca si sente una nota erbacea molto piacevole, accompagnata dalla classica sapidità dei vini di Sirk. L’idea di Valter è di mantenere intatte le proprietà organolettiche del vitigno, senza appesantirle con macerazioni o estrazioni eccessive di colore.
Nel 2018, così come l’anno successivo, la vendemmia è stata anticipata a fine agosto, mentre di solito avviene a metà settembre (la 2020 ritornerà a questo standard).
Chardonnay 2019
Continuiamo con uno Chardonnay 2019, vitigno che si è adattato perfettamente sul Collio, sia italiano che sloveno. Vino ancora giovane, da aspettare, ma che già affascina con la sua rotondità bilanciata dalla sapidità e dal finale ammandorlato.
Il vino proviene da vigne di 20-30 anni per metà cloni francesi, che apportano molta struttura ma meno profumi, e per metà da cloni italiani, meno di corpo ma particolarmente eleganti al naso. Ogni anno Valter cerca il giusto dosaggio tra i due per ottenere un vino perfettamente bilanciato.
Sauvignon 2018
Il Sauvignon 2018 è un gran bel vino, note erbacee spinte, ma non solo: miele, frutta gialla, menta. Soprattutto niente pipì di gatto invasiva e una grande freschezza in bocca.
Un vino da trota magari, particolarmente apprezzata in zona.
La selezione: Pinot Bianco e Chardonnay 2012
Passiamo ad un’altra linea, le selezioni Contea di Pinot Bianco e di Chardonnay. Qui la lavorazione è diversa, l’affinamento in botte (un mix tra barriques e tonneaux) è di 4-5 anni, con percentuali del 70% in legno usato e 30% nuovo per lo Chardonnay e l’opposto per il Pinot Bianco, 30% nuovo e 70% usato.
Per il Contea Pinot Blanc assaggiamo la 2012, annata attualmente in commercio. Morbidezza ed eleganza, il legno è servito solo ad accentuare l’evoluzione, senza soffocare la grande eleganza di questo vino. Molto interessante paragonarlo alla sua versione fresca assaggiata ad inizio degustazione.
C’è poi il Contea Chardonnay 2012 con i suoi 14,5%, grande rotondità e sentori terziari di vaniglia e whiskey. Curiosità: per dare una spinta ulteriore alla maturazione finale dello Chardonnay, si effettua un’ulteriore potatura una settimana prima della vendemmia.
Tereza 2016
Assaggiamo anche il Tereza 2016, vino rosso composto al 60% da Merlot, 30% da Cabernet Franc e da 10% Malbec. 12 giorni sulle bucce, 1 anno in cemento e poi fermentazione malolattica. Dopodiché affinamento in legno con un 10% in botte nuova.
Due annate vecchie per finire
A degustazione ormai finita, mentre si chiacchierava, Valter Sirk ci fa una sorpresa graditissima: stappa due bottiglie d’annata della linea fresca direttamente dalla sua riserva personale!
Si tratta del Rebula (Ribolla Gialla) 2008, in bocca molto morbido, concentrato, si sentono gli idrocarburi, e di uno Chardonnay 2009, un’annata molto calda e con scarsa produzione. Un vino che al naso non è ancora del tutto terziarizzato, si sente ancora una bella ananas, mentre in bocca regna la cremosità, con piacevoli sentori di zafferano.
Esperienza eccezionale quella di provare l’evoluzione di questi vitigni dopo 12-13 anni di bottiglia, l’ospitalità di Valter Sirk è encomiabile. È una di quelle esperienze che mi fanno amare sempre di più il mondo del vino e rende unico visitare le cantine per potersi confrontare direttamente con i produttori.
Michele