La Malvasia di Salina di Fenech

Visitando le Eolie in Sicilia, non si può fare a meno di passare da Salina, una tra le isole più belle dell’arcipelago. E se si parla di Salina, come non pensare alla Malvasia e a Francesco Fenech, il grandissimo produttore di passito, che siamo andati a trovare nella sua azienda a Malfa.

Azienda Agricola Fenech

Dopo un giro esplorativo tra le affascinanti viuzze di Malfa, uno dei tre comuni dell’isola, ci dirigiamo alla cantina di Fenech, passando tra i vigneti e godendoci il panorama di un tardo pomeriggio agostano. Arriviamo all’imbrunire, giusto in tempo per ammirare il tramonto dalla bella terrazza in stile eoliano (bagghiu), adornata da grappoli di pomodori messi ad appassire.

La terrazza di Fenech a Malfa, comune di Salina
La terrazza di Fenech a Malfa, comune di Salina

E di appassimenti Francesco Fenech se ne intende! Prima di assaggiare la famosa Malvasia passita però, abbiamo il tempo di fare quattro chiacchiere e visitare la cantina. L’azienda sorge all’interno di un vecchio palmento, il nonno di Francesco faceva il bottaio e il padre iniziò a produrre vino. Una famiglia da sempre nel settore, il cui cognome denota le origini maltesi. I suoi avi arrivarono alle Eolie nel ‘700, divenendo protagonisti della storia locale. Oggi Francesco è affiancato nel suo lavoro quotidiano dallo storico collaboratore Bouabib.

La Malvasia delle Lipari. O di Salina?

Chi non conosce bene la zona o il vino potrebbe pensare che la Malvasia delle Lipari (la cui DOC è riconosciuta dal 1973) venga prodotta principalmente sull’omonima isola. Fenech ci spiega invece che non è affatto così: è Salina che detiene il primato per quantità ma soprattutto per qualità di quest’uva. Il nome fuorviante è (ovviamente) frutto di battaglie politiche mal giocate da Salina, storicamente meno potente della vicina Lipari. 

Salina è sicuramente l’isola più vocata delle Eolie per la sua coltivazione e anche a livello storico può vantare una tradizione molto antica a riguardo. Tradizione che subì un durissimo colpo ad inizio ‘900, quando la fillossera distrusse interamente le coltivazioni di vite sulle isole, nonostante il terreno sabbioso e vulcanico. Si dice che venne portata insieme ai mazzi di canne che vengono ancora oggi usate per fare appassire la Malvasia.

Ma quanto sono grandi le Eolie?

Un’altra nota dolente per Fenech e il movimento dei produttori di Malvasia a Salina è la grande quantità di passiti di scarsa qualità che si trovano in giro per l’Italia, spacciati per essere prodotti alle Eolie, ma che in realtà hanno altre provenienze. È in effetti difficile da credere che su queste isolette si possa produrre un così grande quantitativo di vino.

Francesco è però fiero di sapere esattamente da dove vengono le sue uve, tutte dai suoi vigneti a Salina coltivati in regime biologico. La sua caparbietà e serietà nel trattare il vino si riscontrano in maniera evidente nel prodotto finale: grandi vini piacevoli da bere, complessità ed eleganza. Questa è la vera Malvasia delle Lipari.

Maddalena 2019

Maddalena 2019, Malvasia delle Lipari vinificata secca
Maddalena 2019, Malvasia delle Lipari vinificata secca

Iniziamo la degustazione con una Malvasia secca, vendemmiata in agosto per mantenere il giusto livello di acidità. Il nome del Maddalena 2019 è in onore della figlia di Francesco, all’epoca della prima vendemmia ancora una bambina. Una scelta coraggiosa quella di togliere una parte della Malvasia destinata a produrre il famoso vino dolce per poter offrire una variante diversa da pasto.

Scelta che sembra ripagare però: il Maddalena è molto diverso dalle varie Malvasie secche che si trovano sul mercato. Non manca ovviamente la componente aromatica, ma non è predominante e soprattutto non è l’unica cosa che si percepisce al naso (limite che spesso si riscontra con le uve molto aromatiche). La caratteristica minerale, salina (se non qui, dove?) e la freschezza lo rendono quasi un vino verticale, piacevolmente tagliente, accompagnato da note di fiori bianchi, albicocca e fichi secchi.

Di buona struttura, è un vino a tutto pasto. Francesco e la simpatica suocera ci offrono come accompagnamento anche delle patate con capperi, pomodori e cipolle, tutto proveniente dal loro orto. Sarà il tramonto suggestivo o la genuinità del cibo e del vino, ma ci è sembrato veramente l’abbinamento perfetto.

Sull’etichetta è riportata una chiesetta stilizzata, un omaggio a un antenato prete di Fenech ucciso davanti alla sua chiesa sull’isola perché “faceva troppa politica”.

Patate con capperi, pomodori e cipolle dell'orto di Fenech
Patate con capperi, pomodori e cipolle dell’orto di Fenech

Passito di Malvasia delle Lipari 2019

Passito di Malvasia delle Lipari DOC 2019
Passito di Malvasia delle Lipari DOC 2019

Eccoci al clou della degustazione, il famoso Passito di Malvasia delle Lipari DOC 2019. Composto al 95% da Malvasia e dal 5% di Corinto Nero, viene ormai vendemmiato a metà settembre, con notevole anticipo rispetto al passato (nel mondo del vino è ormai chiaro a tutti che il cambiamento climatico non è una favola). 

Dopo la raccolta i grappoli vengono messi in parte sul tetto della cantina ad appassire al sole per 12-14 giorni, mentre un’altra piccola quantità d’uva viene tenuta ad asciugare nella cantina ventilata.

Il vino è di un bellissimo color ambra chiaro, molto lucente. La consistenza non è così marcata come in molti passiti carichi di zuccheri. All’assaggio infatti risalta subito la grande bevibilità, che regala un vino per niente pastoso e molto gradevole sia accompagnato a dolci o formaggi, che da solo.

Anche qui una curiosità sull’etichetta: il disegno è di Francesco stesso, artista non solo del vino.

Disiato 2017

Dopo il pezzo forte dell’azienda, ecco la chicca, il Disiato 2017, un passito di Corinto Nero al 100%. Un prodotto unico nel suo genere, a tiratura limitatissima e con una storia affascinante alle spalle. Fenech ci racconta come durante una visita in cantina il famoso enologo Attilio Scienza (uno tra i più grandi esperti di viticoltura) trovò dei residui di un vino che produceva il padre di Francesco e ne rimase affascinato. Con un paio di suggerimenti, tra cui quello dell’affinamento in barrique usate di rovere e ciliegio, e il nome suggerito dallo scrittore Camilleri, ecco che nasce questo passito con metodo perpetuo (una rivisitazione del metodo Solera).

Disiato 2017 Fenech, 100% Corinto Nero
Disiato 2017 Fenech, 100% Corinto Nero

Un vitigno poco conosciuto il Corinto Nero, quasi mai vinificato in purezza. Presenta un chicco di dimensioni ridotte che inizialmente sembra bianco e che maturando diventa quasi blu per poi assumere il colore finale rosso. Normalmente si usa per fare l’uva sultanina (la passulina, in siciliano). Il gusto ricorda infatti molto la dolcezza dell’uvetta, pur avendo una struttura piuttosto importante, che lo rende adatto ad abbinamenti intriganti, come suggerito da Francesco: caciocavallo ragusano con miele, oppure cioccolato di Modica.

Grappe e limoncello

Le due grappe di Fenech, tra la Malvasia e il Disiato
Le due grappe di Fenech, tra la Malvasia e il Disiato

Usciamo un po’ dal seminato, ma vale la pena menzionare anche gli assaggi delle due grappe (barricata e non) prodotte con le vinacce bagnate della Malvasia inviate a Gussago (Brescia) alla distilleria Maddalena Peroni. Stessa sorte toccata agli 80 kg di limoni prodotti dall’unico albero di Fenech, che ci fa assaggiare con orgoglio stappando una delle pochissime bottiglie a disposizione del suo limoncello.

Salina by night

Finiamo la degustazione che è ormai buio. Giusto il tempo di acquistare una buona scorta di vini e anche qualche sacchetto di cappero prodotto da Fenech stesso. Ci incamminiamo per i vicoletti di campagna che ci riportano a Malfa, contenti di aver assaggiato la vera Malvasia delle Lipari, anzi la vera Malvasia di Salina.

Michele

www.apiedefranco.com 

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