Torniamo nella zona del Cesanese e più precisamente nel cuore della DOCG del Piglio, comune in provincia di Frosinone. Visitiamo l’Azienda Agricola La Visciola, una cantina piccola per dimensioni ma grande per la qualità del prodotto.
La Visciola
L’azienda agricola La Visciola nasce nel 2005, quando Piero Macciocca decide di cambiare vita e seguire le orme del padre che produceva vino nella zona di Piglio. Ripartendo da un vigneto di proprietà della moglie Rosa Alessandri, Piero mette su questa bellissima realtà, che passo dopo passo arriva a produrre le attuali 13.000/16.000 bottiglie annue.
Fervente sostenitore del biodinamico (ma senza ostentarne i marchi in etichetta), La Visciola conta attualmente ben 4 vini provenienti da cru (singole vigne).
I filari si trovano tra i 340 e i 380 metri sul livello del mare, tutti su argille rosse ad eccezione della vigna del Mozzatta che affonda le sue radici su argilla bianca. In questa stagione si sta procedendo con il sovescio, che consiste nell’interramento di piante spontanee o coltivate per ottenere un concime naturale. In questo caso sono state piantate delle fave tra i filari, che andranno ad aggiungere azoto e altre sostanze nutritive al terreno, scongiurando così la necessità di utilizzare fertilizzanti chimici.
La visita
La nostra visita inizia subito dalla piccola ma funzionale cantina, dove sono rimaste ormai solo poche botti di legno, data la volontà di allungare i tempi di affinamento ma utilizzare solo acciaio e cemento vetrificato.
Piero ci fa assaggiare un campione di tutti i vini attualmente in fase di affinamento: un’introduzione fantastica per capirne poi l’evoluzione andando ad assaggiare le annate attualmente in commercio nella sala superiore per la degustazione e stoccaggio.
Vicinale 2019
Iniziamo la nostra dei vini imbottigliati con il Vicinale Cesanese del Piglio DOCG 2019. Prende il nome dalle vigne comprate dagli amici e vicini di casa. Sicuramente questa bottiglia è un ottimo punto di partenza, con grande rapporto qualità-prezzo.
Difficile definirlo un vino base, sarebbe riduttivo: grande freschezza e bevibilità, un Cesanese immediato ma non banale.
Priore Vignali 2019
Si passa poi al primo dei cru vinificati separatamente, il Priore Vignali Cesanese del Piglio DOCG 2019. Sentori floreali e soprattutto fruttati, di piccoli frutti rossi.
Buona la struttura e il tannino presente ma piacevole.
Priore Ju Quartu 2019
Continuiamo con il Priore Ju Quartu Cesanese del Piglio DOCG 2019. Ci si sposta leggermente dalla frutta di prima, qui si ritrovano note più scure e rotonde. Un vino di una diversa espressione dello stesso territorio, ma probabilmente di cloni diversi di Cesanese.
Priore Ju Lattaro 2018
Il Priore Ju Lattaro Cesanese del Piglio DOCG 2018 è l’ultimo arrivato tra i cru e deve il suo nome al precedente proprietario della vigna che aveva anche un negozio di alimentari in paese. Si cambia registro rispetto ai precedenti, la struttura è maggiore, anche perché la 2018 è stata l’ultima annata ad effettuare un passaggio in botte. Devo dire che sono molto curioso anche di aspettare le prossime annate, dato che l’assaggio della 2021 direttamente dalla vasca in acciaio mi aveva proprio stregato.
Priore Mozzatta 2018
Ed eccoci arrivati a “sua maestà”, come lo definisce Piero: il Priore Mozzatta Cesanese del Piglio DOCG 2018.
Come detto è l’unica vigna che poggia su argille bianche, caratteristica che probabilmente determina la grandissima eleganza al naso che è al contempo floreale, minerale e fresco.
In bocca molta corrispondenza, andrebbe aspettato ancora qualche anno per poterlo apprezzare al meglio, ma è già un grande vino.
Nostrano 2019
Finiti i vini a base Cesanese, Piero ci fa assaggiare il Nostrano Lazio IGT 2019, composto esclusivamente da Maiolica, un ormai raro vitigno di origine toscana ma che da sempre si può trovare sparso tra i filari di Piglio e dintorni. Data la sua scarsa diffusione e maturando 15 o 20 giorni prima del Cesanese, quasi nessuno lo vinifica in purezza. La Visciola ha iniziato con gli esperimenti nel 2016, anno in cui venne fatto macerare con il raspo, per poi proseguire con una vinificazione in bianco nel 2018 (la ’17 non è stata vendemmiata) e arrivare alla 2019 come prima annata di vino fermo.
Non avrà il corpo del Cesanese ma è un vino profumato, fresco e piacevole. Magari da bere anche in estate.
Donna Rosa 2019
Non poteva mancare un vino bianco tipico della zona, la Passerina del Frusinate IGT Donna Rosa 2019. Il nome è ovviamente un omaggio alla moglie di Piero. L’uva viene raccolta solitamente dopo il Cesanese e circa il 20% della massa viene macerata sulle bucce per 15 giorni.
Naso intenso, fresco ed erbaceo. La macerazione parziale serve a rendere più intenso e strutturato il vino, ma non lo appesantisce affatto.
Cupella 2019
Per concludere la visita, mentre facciamo acquisti, degustiamo un calice di Cupella 2019, un vino frizzante rifermentato in bottiglia. Una porzione del mosto si congela inizialmente per poi essere scongelato in primavera e far ripartire la fermentazione senza aggiungere solforosa. Piacevole e leggero, da bere come aperitivo.
Piani per il futuro
Concludiamo entusiasti questa piacevole visita a La Visciola, piccola realtà del Cesanese del Piglio che cerca in tutti i modi di sfatare il mito che fa del Cesanese un vino solo di quantità. Bisogna congratularsi con Piero per la sua caparbietà nel promuovere il territorio. I suoi programmi futuri, spazio permettendo, sono di incrementare i tempi di affinamento in bottiglia per puntare su vini sempre più complessi ed eleganti. Come dargli torto? Bravo Piero e brava la Visciola.
Michele