Iniziamo il nostro giro estivo nel Collio, famosa area vitivinicola tra Italia e Slovenia, partendo da una bellissima realtà, l’azienda agricola Il Carpino.
Siamo a San Floriano, a circa 300 metri in linea d’aria dal confine con la Slovenia, nella punta estrema della provincia di Gorizia. Qui la divisione fra Collio italiano e sloveno è solo politica, nell’arco di due tornanti si fa a tempo ad entrare e uscire dalla Slovenia senza neanche accorgersene, i vigneti e i boschi si susseguono infatti senza soluzione di continuità.
Il Carpino
L’azienda Il Carpino nasce nel 1987 per volere di Franco Sosol e del suocero Silvano, il papà della signora Anna. Prende il nome da un albero della famiglia delle betulle diffuso in zona. Con il passare degli anni si sono poi aggiunti i figli Naike e Manuel. Ed è proprio quest’ultimo ad accoglierci, gentilissimo ed ospitale nonostante il poco preavviso.
Manuel ci descrive la filosofia dell’azienda, basata sul rispetto della natura e sul lavoro che parte dalla vigna per accompagnare l’uva nel modo più naturale possibile al suo stadio finale di vino.Sono 15 gli ettari di proprietà, più 2 in affitto, su terreno composto da ponca, una marna arenaria che conferisce grande mineralità e acidità al vino. Vigneti per lo più esposti a nord, cosa che rende ancora più complessa la coltivazione e la scelta del momento giusto per la vendemmia. È vero però che negli ultimi anni con il cambiamento climatico ancora più accentuato, la situazione sta cambiando e questo tipo di esposizione sta portando ad ottimi risultati.
La macerazione
Il Carpino coltiva i classici vitigni diffusi nella zona, dagli autoctoni Ribolla Gialla, Malvasia e Friulano agli internazionali ormai “oriundi” come Sauvignon, Chardonnay e Pinot Grigio.
Ogni vino viene declinato in due varianti: c’è la linea Vigna Runc fresca e classica, proveniente da vitigni più giovani e che affina solo in acciaio e poi quella macerata ottenuta da vigneti selezionati e vinificati in botti di legno di varie dimensioni. Producono anche una Ribolla (che purtroppo non abbiamo potuto assaggiare perché non disponibile) con una macerazione di ben 75 giorni!
La degustazione comincia sotto un bel pergolato di uva fragola, purtroppo non ancora abbastanza matura per essere assaggiata.
Malvasia Vigna Runc 2019
Iniziamo con la Malvasia Vigna Runc DOC Collio 2019. Macerazione a freddo di una notte e poi 5 mesi sulle fecce fini. Ovviamente parliamo di Malvasia Istriana, nettamente diversa da quelle molto aromatiche del centro-sud Italia.
L’abbinamento con piatti territoriali potrebbe essere con delle minestre leggere o carni bianche.
Malvasia 2017
Molto interessante fare subito un confronto con il prossimo assaggio, la Malvasia 2017 Venezia Giulia IGT macerata. Proveniente da vitigni più vecchi (qualcuno di ben 80 anni!) la cui uva matura nettamente più in là, questo vino effettua fermentazione spontanea e resta in macerazione dai 13 ai 16 giorni. Probabilmente è anche questo accorgimento che regala un prodotto così fine ed elegante: i vini de Il Carpino riescono a coniugare gli aromi così interessanti di un vino macerato con una leggerezza non comune nella categoria.
Sentori di mela cotogna, zucchero filato, accompagnati da grande acidità e sapidità, con grande facilità di beva.
Vis Uvae 2017
Continuiamo con il Vis Uvae 2017 Venezia Giulia IGT, 100% Pinot Grigio. Un colore ammaliante, ramato, che rende onore al suo nome: già guardandolo nel bicchiere si intuisce tutta la “forza dell’uva”.
Note balsamiche, di frutta quasi sotto spirito, spezie. Un vino perfetto da pasto con i suoi 14°, ma di grande freschezza.
Exordium 2017
Proveniente da un clone particolarmente aromatico del Friulano (Tocai), l’Exordium 2017 Venezia Giulia IGT è un vino di grandissima personalità, con una bella struttura e bevibilità. Sempre intrigante la doppia anima di questo vitigno dove convivono, soprattutto in questo calice, le due anime della leggerezza aromatica dolciastra e del carattere erbaceo e ammandorlato del suo finale.
Sauvignon 2016
Il Sauvignon 2016 Venezia Giulia IGT de Il Carpino è un vino che mi stupisce, lo dico candidamente. Per chi come me di solito non ama particolarmente questo vitigno, soprattutto quando coltivato nel clima italiano, è difficile immaginare di apprezzarne così tanto una versione macerata. E invece mi ha appassionato particolarmente il suo assaggio. Ci sono i sentori erbacei classici del vitigno, ma senza essere particolarmente invadenti. Qui c’è molto di più al naso, anche l’evoluzione degli ormai 5 anni di affinamento si percepisce nettamente ed è in armonia con il resto.
Un Sauvignon che non annoia insomma, intrigante e da riprovare.
Il macerato riconoscibile
Si conclude la visita a Il Carpino, perfetto testimonial del Collio italiano di confine, con le loro sorprendenti versioni macerate dei classici vitigni coltivati nella zona. Quello che mi resta, oltre alla gentilezza e alla competenza di Manuel, è la convinzione che è possibile fare vini macerati che rispettano completamente l’identità del vitigno.
Finalmente non mi dovrò limitare a dire di aver bevuto “un vino macerato”, ma potrò specificare di aver assaggiato “una Malvasia macerata”, “un Tocai macerato”, “una Ribolla macerata”…
Michelewww.apiedefranco.com