Continua il nostro giro in Alto Piemonte facendo visita all’Azienda Agricola Davide Carlone, situata a Torchio, una frazione di Grignasco (Novara), al di là della collina dove sono situati i vigneti di proprietà e dove si erge il Santuario di Boca. Siamo nella zona del parco naturale del Monte Fenera, zona protetta e abitata sin dalle epoche più remote, come testimoniano i ritrovamenti di resti dell’uomo di Neanderthal.
Azienda Agricola Davide Carlone
L’azienda di Davide Carlone ha radici molto antiche, una tradizione che nasce a fine ‘800. Davide decide di prendere in mano l’azienda di famiglia e di dedicarsi anima e corpo alla produzione del vino di qualità, nonostante il parere non proprio favorevole dei genitori. Come sempre infatti in questi casi, la generazione precedente a quella di Davide, che ha vissuto in parte lo “spopolamento vitivinicolo” della zona, diffidava da questo settore all’epoca poco riconoscente e remunerativo.
Ma la scommessa di Davide è stata vinta, l’azienda attualmente conta 7,5 ettari di vigneti, ma con il progetto di impiantarne altri 3,5 al più presto. Vini naturali ma classici, con un’agricoltura che rispetta in tutto l’ecosistema della zona e cerca anzi di contribuire alla conservazione e sviluppo naturale del territorio.
La cantina produce due tipi di Boca DOC e, oltre al Nebbiolo, vinifica in purezza anche le uve di due vitigni autoctoni della zona: Vespolina e Croatina.
L’attacco dei cloni
Davide Carlone ha scelto di intraprendere uno studio molto interessante sui vari cloni di Nebbiolo, arrivando a coltivarne personalmente ben 7. Ognuno ha le sue caratteristiche leggermente diverse, i cui risultati in cantina cambiano di anno in anno a seconda del clima. Dopo che i cloni vengono vendemmiati e vinificati separatamente, Davide decide quali usare per il Nebbiolo, quali per il Boca e quali per il Boca Adele in base all’andamento dell’annata.
Interessantissimo poter assaggiare dalle botti le differenze piuttosto marcate di cloni diversi dello stesso vitigno, coltivati all’interno delle stesse vigne. Il fascino del mondo del vino è anche questo.
La visita
Trattandosi di agricoltura sostenibile e naturale, bisogna sottostare ai piani della natura, per cui Davide è dovuto restare in vigna al momento della mia visita. Mi accoglie quindi la sorella Michela, che con grande gentilezza e competenza, mi guida all’interno della cantina per raccontarmi dell’azienda e dei vini. È qui che inizia anche la degustazione direttamente dai tini in acciaio e dalle botti in legno, un’esperienza unica che si può provare solo andando a visitare una cantina. Sono sempre estremamente affascinanti questi tipi di assaggi, avere la possibilità unica di seguire l’evoluzione di un vino prima della sua completa maturità è fondamentale per capire anche il lavoro che c’è dietro ad ogni bottiglia acquistata.
Anteprima Erbaluce
Iniziamo la degustazione con un’anteprima di un vino che non è ancora in commercio. Il primo bianco dell’azienda Davide Carlone, che sarà a base di Erbaluce, un vitigno bianco autoctono piemontese che era stato un po’ abbandonato nella zona, ma che sta tornando in auge.
Grande freschezza e struttura dall’assaggio direttamente dalla vasca di acciaio, siamo curiosi di degustarlo una volta pronto e imbottigliato. Come altra grande anteprima, Michela ci svela che probabilmente ne verrà fatta anche una versione orange.
Vespolina
La Vespolina Colline Novaresi DOC è un vino che si gusta facilmente con le sue note speziate, molto profumato ma dal sapore deciso. Non facile come vitigno, la sua buccia fine lo rende molto fragile soprattutto in prossimità della maturazione. Davide Carlone ama il rischio evidentemente, dato che per ottenere una riuscita migliore spinge la vendemmia della Vespolina fino all’ultimo. Ma i risultati lo ripagano abbondantemente. Grande facilità di beva, ma complessità e struttura. Affina 12 mesi in acciaio.
Croatina DOC
Passiamo alla Croatina Colline Novaresi DOC, il preferito di Michela che ci fa assaggiare quella che sarà l’annata 2020 non ancora imbottigliata. Dopo la fermentazione tradizionale e quella malolattica, il vino affina per 18 mesi in vasche di acciaio. È un vino da bere anche subito, dal colore brillante, il naso di fragoline di bosco. In bocca è molto sapido, ideale per delle carni saporite.
Nebbiolo
Il Nebbiolo Colline Novaresi DOC è un vino molto territoriale, grande espressione del Nebbiolo in purezza coltivato in Alto Piemonte. Matura per 20 mesi in acciaio, ha il colore scarico tipico del vitigno, un naso anch’esso “classico” del Nebbiolo, con sentori di viola, arancia sanguinella, frutti rossi, rose appassite. Al palato anche grande trama tannica e mineralità.
Boca
Il vino di punta dell’azienda Davide Carlone è ovviamente il Boca DOC, composto all’85% da Nebbiolo e al 15% da Vespolina. Rimane in botti di legno per 20-22 mesi, per poi fare 1 anno in acciaio e riposare in bottiglia per almeno 3-6 mesi. Profumi intensi ma estremamente fini ed equilibrati. Frutta scura, prugna e arancia. Note minerali e balsamiche. La Vespolina gli conferisce quella spaziatura e piccantezza che lo rendono ancora più sfaccettato. In bocca grande corrispondenza gusto-olfattiva con tannini che ne consentono un lunghissimo invecchiamento. Un vino che si mastica.
L’abbinamento qui deve essere per forza consistente, con stufati e brasati o con formaggi stagionati locali.
Boca Adele
La prima annata del Boca Adele DOC è stata la 2016, il nome omaggia la figlia di Michela nata in proprio in quel periodo. Effettua la stessa vinificazione e lo stesso affinamento del Boca tradizionale, ma è il blend di cloni diversi. Non c’è una percentuale fissa tra questi ultimi: ogni anno Davide sceglie il vino prodotto dai cloni che soddisfano quei criteri di maggiore eleganza e leggiadria che vuole dare a questa etichetta. È infatti un Boca meno austero e più facile di beva anche dopo pochi anni, ma non immaginatevi un vino facile e “piacione”.
L’eleganza è sempre la stessa, qui è solo una questione di gusti: preferite il Boca più classico e irruento o una versione più avvolgente e immediata?
Dalla botte alla bottiglia
Dopo tanti assaggi dalle botti, faccio la scorta di bottiglie per poter degustare con calma le ultime annate in commercio. Di sicuro, avendole viste “crescere” riuscirò ad apprezzare ancora di più il risultato finale che mi riserverà per certo nuove e diverse emozioni.
Le altre tappe del tour nella zona del Boca DOC
Michele
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