Brunello di Montalcino 2015 Le Potazzine: l’Eleganza nel cuore della DOCG

L’estate sta regalando gli ultimi weekend di sole, e in un caldo sabato di Settembre ci troviamo a passare nell’entroterra toscano con destinazione Val d’Orcia, per partecipare a un anniversario di matrimonio (a proposito, auguri a Elisa e Daniel per i 10 anni!!). Quale migliore occasione per visitare una cantina della zona di Montalcino, nel centro della DOCG del Brunello?

La scelta su questo territorio è vasta, pertanto ci orientiamo su una azienda della quale ho avuto modo di bere un Rosso di Montalcino un paio di anni fa, che era rimasto impresso nella mia memoria vinicola per pulizia ed eleganza: Le Potazzine.

Iniziamo con un pò di storia della cantina

Il termine “potazzine”, nel gergo della zona di Montalcino, indica i piccoli e vivaci uccellini che animano la campagna toscana, le cinciallegre; ed è questa la parola che la famiglia Gorelli sceglie per la loro cantina, in quanto è l’affettuoso epiteto con cui la nonna materna, madre della gentilissima Gigliola Giannetti, chiama le nipoti Viola e Sofia. Sono proprio loro le tre proprietarie di questa tenuta, nata nel 1993 in località Le Prata, ma che ha annesso ettari anche in zona Sant’Angelo in Colle nel 1996.

Divisi tra queste due zone, in totale l’azienda risulta avere 5 ettari vitati, con una previsione di superare i 6 con prossime acquisizioni, per una produzione annua di circa 30.000 bottiglie, la metà delle quali di Brunello di Montalcino, e la restante metà divisa tra Rosso di Montalcino e Parus.

Poi la visita in vigna

Ed è nella tenuta a Le Prata che ci accoglie il giovane e preparatissimo Duccio, che collabora da un paio di anni con la famiglia Gorelli e che dimostra fin da subito la sua passione per questo territorio. Assieme a lui, ci accompagna in vigna il simpatico labrador Romeo.

Brunello
La vigna di Le Prata

Duccio ci racconta che le vigne di Sangiovese Grosso tra le quali camminiamo hanno esposizione ottimale (Sud-Est) e si trovano a circa 500 mslm, circa 300 metri più in alto rispetto alle vigne di altri produttori della zona, differenza che regala un prezioso vantaggio anche in annate più difficili, come ci racconta essere stata la 2014, uscita in commercio come Brunello lo scorso anno.

Brunello
Le uve di Sangiovese quasi pronte per la vendemmia

Tutte le vigne sono impiantate a Sangiovese e allevate a guyot, e le diverse parcelle delle due vigne sono vinificate separatamente e poi successivamente assemblate, con solo le selezioni migliori che diventeranno Brunello, mentre le altre verranno usate per il Rosso di Montalcino, che risulta pertanto prodotto nello stesso terroir ma avente un affinamento diverso, ovviamente più breve. Gli acini delle vigne più giovani, invece, vengono utilizzati per produrre il Parus, Sangiovese 100% che può essere considerato l’entry level dell’azienda.

La filosofia aziendale è improntata all’agricoltura biologica, con trattamenti minimi alla vigna a base di zolfo e rame, per un totale rispetto dell’espressione del territorio che notiamo anche tra i filari nella presenza di erba non diserbata.

La scelta è di una fermentazione con lieviti indigeni, senza filtrazioni né chiarifiche, con frequenti rimontaggi e dove la limpidezza del vino è resa in modo naturale dalla decantazione e precipitazione dei sedimenti formatisi durante l’affinamento. Ancora una volta, incontriamo nella nostra strada la splendida e condivisibile idea che “il buon vino si fa in vigna”!

Le vasche in acciaio e la bottaia

Dopo questa bella passeggiata, Duccio ci accompagna all’interno, dove il vino attraversa il processo di fermentazione nei tini di acciaio, e il successivo di affinamento in botti grandi di Slavonia da 30 e 50 hl.

Ci viene spiegato che, siccome le varie parcelle vengono vinificate e affinate separatamente prima dell’assemblaggio, le diverse dimensioni possono accogliere il vino proveniente dalla zona di Le Prata piuttosto che di Sant’Angelo in Colle, che per struttura del terreno regala un prodotto più austero e vigoroso, a seconda dell’annata e dei vari assaggi che giornalmente vengono effettuati, durante tutto il periodo di affinamento. Sotto di noi si trovano invece le botti dentro le quali riposa il vino assemblato, nel corso dei 40 mesi che lo porteranno a essere il suadente Brunello che a breve avremo modo di assaggiare.

Brunello
Alcuni suggestivi dettagli della cantina
Brunello
Brunello

Prima di trasferirci in sala di degustazione, passiamo ancora un momento ad ammirare l’estremo ordine e l’impeccabile pulizia che regnano nella cantina, che fanno riflettere su come un prodotto elegante sia sì il frutto di un ottimo lavoro in vigna, ma anche di una cura al dettaglio dell’ambiente in cui questo prodotto viene lavorato.

Questa dedizione, come la passione e il rispetto del prodotto, da Le Potazzine si respirano in ogni angolo.

E dopo la teoria, la pratica..anzi, la bevuta!

I vini che Duccio ci presenta sono il Parus 2018, il Rosso di Montalcino 2018, il Brunello di Montalcino 2015 e il Brunello di Montalcino 2014.

Iniziamo i nostri assaggi con il Parus 2018, un Toscana IGT di sole uve Sangiovese, vinificato, come detto in precedenza, esclusivamente dalle vigne più giovani, non ancora pronte per produrre i più blasonati Rosso e Brunello. Ha un affinamento di 12 mesi in acciaio, più altri 4 in bottiglia, prima di uscire in commercio.

È un vino che ci colpisce subito alla vista per il bel colore rosso rubino, la limpidezza e la consistenza nel bicchiere, con un naso pulito ed elegante di frutta rossa croccante che ci porta alla mente la ciliegia sotto spirito, accompagnata da una leggera e delicata speziatura di pepe bianco, mentre la beva è abbastanza equilibrata, fresca e asciutta, grazie a una bella acidità e a un tannino percepibile ma per nulla invasivo. È un vino persistente, pronto e beverino, che può accompagnare i piatti tipici di terra della cucina toscana, ma anche essere bevuto come aperitivo mentre si prepara la cena.

Passiamo poi al Rosso di Montalcino 2018, DOC a base Sangiovese 100%, che può essere considerato il fratello minore del Brunello, provenendo come detto dalle stesse vigne, per il quale è previsto un affinamento di 12 mesi in botti di Slavonia da 30 hl o 50 hl (a seconda della parcella), senza nessuna filtrazione o chiarifica.

Al bicchiere ci regala subito un colore rosso rubino più profondo, più consistenza rispetto al precedente, un’affascinante limpidezza, con note al naso di frutta rossa che richiamano all’amarena e fiori blu, che precedono una beva fresca e avvolgente, con un tannino presente ma elegante, per un sorso lungo e persistente. È un vino ancora giovane che può essere comunque bevuto già adesso, ma che ci fa intuire una bella evoluzione se aspettato per 2/3 anni.

E ora, Sua Maestà il Brunello!

Per primo Duccio ci presenta il Brunello di Montalcino 2015 DOCG, appena uscito in commercio, nemmeno a specificarlo Sangiovese 100%, che affina per 40 mesi in botti di Slavonia da 30 hl o 50 hl (anche qui a seconda della parcella di provenienza dell’uva).

Duccio ci spiega che l’annata 2015 è stata particolarmente favorevole, e pertanto è stata prevista la Riserva (60 mesi di affinamento in botte grande, prodotta nelle altre annate solo nel 2004, nel 2006 e nel 2011).

Come ci aspettiamo, colpisce subito alla vista per il limpido colore rosso tendente al granato, una intrigante complessità al naso, con sentori di frutta più scura dei precedenti, di fiori blu e di sottobosco, con una piacevole nota inchiostrata in evidenza, molto pulito ed elegante, che ci prepara ad una bocca fresca ed equilibrata, vellutata grazie a tannini setosi e avvolgenti. Un vino armonico e persistente, che può essere abbinato a un succoso piatto a base di cinghiale in umido, ma anche bevuto per il semplice piacere di berlo, da meditazione. Aprire la bottiglia ora non è un infanticidio, ma attendere altri 5 o 10 anni regalerà sicuramente ulteriori emozioni.

Per ultimo, ci viene presentato il Brunello di Montalcino 2014 DOCG, annata che Duccio ci aveva già indicato come piovosa e difficoltosa per molti produttori della zona, ma che, grazie al vantaggio delle condizioni pedoclimatiche dell’azienda, ha permesso all’uva di produrre un vino comunque di altissimo livello, che ci dona alla vista note ancora più granate del precedente, considerando i 12 mesi in più passati in bottiglia, un naso comunque complesso, pulito ed elegante, dove la nota alcolica risulta presente ma perfettamente integrata, per una beva fresca e persistente. È un vino forse più verticale del precedente, ma comunque ci fa capire cosa un anno di bottiglia regala in termini di evoluzione al Brunello, quando si lavora bene in vigna.

Brunello
Le 4 bottiglie che abbiamo degustato in cantina

Le personali conclusioni di apiedefranco

Montalcino è una zona di vini che nelle ultime decadi ha avuto un’impennata a livello commerciale, non solo in Italia ma in tutto il Mondo, e che purtroppo ha generato anche controversie, ma quando si incontrano persone che rispettano la terra e l’uva, in totale armonia con l’ecosistema circostante, il prodotto finale non può che essere di eccezionale livello…e i vini de Le Potazzine sono proprio così, fini ed eleganti, puliti e di territorio!

Pertanto, se vi capita di passare da queste parti, prendete appuntamento e fermatevi assolutamente ad assaggiarli tutti. E come sempre, buona bevuta! 

Andrea – apiedefranco

Leave a Reply