Finalmente ricominciano le degustazioni a Roma dopo il lockdown dovuto al COVID-19. Cucina & Vini organizza ormai da diversi anni un evento dedicato ai vini rosati d’Italia: Bererosa. Questa volta, per cause di forza maggiore, cambia la formula e la location: l’evento si svolge al Radisson Blu es. Hotel di via Turati e non prevede i consueti banchi d’assaggio tra cui si può girare, ma una degustazione guidata seduti in tavolini da due o tre persone. Ben 31 i vini serviti, divisi in 7 batterie. Sfida ardua arrivare fino in fondo, ma noi di A Piede Franco non potevamo tirarci indietro!
Impossibile descrivere tutti gli assaggi o stilare una classifica, ma proviamo a fare un resoconto della serata nominando le cantine e scegliendo per ogni gruppo di vini l’etichetta che ci ha colpito di più (non ce ne vogliano gli altri produttori!).
I batteria
Si inizia la degustazione con quattro bollicine: uno Charmat Brut 70% Montepulciano e 30% Pinot Nero di Tenuta I Fauri (Abruzzo), un Pinot Nero Brut di Bortolomiol (Veneto) e due Extra Dry Manzoni Moscato, uno di Andreola e uno di Conte Collalto (entrambi del Veneto).
Menzione di batteria: Pinot Nero Riserva Filanda Rosé Brut Millesimato 2019 – Bortolomiol
Uve provenienti dall’Oltrepò Pavese che conferiscono al vino un colore rosa delicato. Sentori floreali e di frutta croccante, ideale per un accompagnamento con primi e zuppe di pesce.
II batteria
Vini fermi per questa secondo batteria di Bererosa, con uve molto differenti tra loro: Cantina Lunae (Liguria) propone un Vermentino Nero, vitigno quasi raro al giorno d’oggi; La Scolca (Piemonte) un Cortese al 95% con 5% di Pinot Nero; Conte Collalto (Veneto) un altro Incrocio Manzoni, questa volta il Manzoni Rosso; Il Borro (Toscana) un Sangiovese in purezza; per finire L’Avventura (Lazio) porta in degustazione un Cesanese di Affile.
Menzione di batteria: Toscana Rosé del Borro IGT 2019 – Il Borro
Un rosato fresco, dai profumi delicati di fiori bianchi ma dal gusto deciso, asciutto. La sua freschezza lo rende l’ideale per antipasti o primi piatti leggeri.
III batteria
Altro giro di bollicine, spaziando per l’Italia a caccia di rosati prodotti con il Metodo Classico usando due classici vitigni del Franciacorta: Pinot Nero e Chardonnay.
Kettmeir dal Sud Tirolo con un Brut 60% Pinot Nero e 40% Chardonnay, Vigne del Patrimonio dal Lazio con un Brut 80/90% Pinot Nero e il restante Chardonnay, Marramiero dall’Abruzzo con un Brut in prevalenza Pinot Nero e Villa Franciacorta in Lombardia con un Pas Dosé Pinot Nero in purezza.
Menzione di batteria: Rosé Brut – Marramiero
Di solito con affinamento di almeno 36 mesi, la bottiglia servita è invece della vendemmia 2013 e si tratta di un affinamento di ben 50 mesi sui lieviti. Profumo intenso, fruttato ma con un’intrigante nota fumé, buona la sapidità in bocca, un vino versatile perfetto per una cena estiva.
IV batteria
La quarta schiera di vini è l’unica monotematica. Grazie a Bererosa abbiamo la possibilità di mettere a confronto il Cerasulo d’Abruzzo di tre aziende: Codice Citra con ben tre etichette, Marramiero e Tenuta I Fauri. È sempre molto interessante constatare come nella stessa DOC e dallo stesso vitigno (il Montepulciano) si possano ottenere prodotti tanto diversi.
Menzione di batteria: Cerasuolo d’Abruzzo Baldovino DOC 2019 – Tenuta I Fauri
100% Montepulciano, colore quasi rosso ciliegia e buona struttura percepibile sia a livello olfattivo che gustativo. Non è un classico Cerasuolo leggero da bere a stomaco vuoto: di solito tra i 13 e i 14% vol., si può accompagnare a salumi e antipasti consistenti, o addirittura a pollame e zuppe di pesce.
V batteria
La Calabria di Librandi (due bottiglie a base Gaglioppo) e la Puglia di Cantine Spelonga con Nero di Troia e Torrevento con un Bombino Nero.
Menzione di batteria: Veritas Castel del Monte Bombino Nero DOCG 2019 – Torrevento
L’unica DOCG italiana ad essere dedicata esclusivamente ad un vino rosato per via della peculiarità dell’uva Bombino Nero: buccia sottile che rende difficoltoso aspettare la piena maturazione dell’acino. Raramente viene quindi vinificato in rosso, ma l’acidità che conserva al momento della vendemmia risulta essere perfetta per un rosato. Il Veritas è di un bel colore rosa intenso, con profumi di frutti rossi e buona freschezza in bocca. Da abbinare ad antipasti di pesce o fritti non troppo strutturati.
VI batteria
Cinque vini pugliesi a confronto per tre aziende che producono rosato da solo Primitivo o solo Negroamaro: Cantine San Marzano (Primitivo), Varvaglione con un Primitivo e un Negroamaro leggermente mosso e Garofano con due Negroamaro.
Vincitore Batteria: Girofle Controcorrente Salento IGT Rosato 2013 – Garofano
Sebbene ci sia piaciuto molto anche il Girofle 2019, scegliamo il Controcorrente 2013 per la sua unicità. Sono veramente pochi i rosati che fanno affinamento così a lungo, difficile da capire per il mercato della grande distribuzione. Ma come si fa invece a non rimanere affascinati vedendo il colore rosa aranciato di questo Negroamaro? Fascino anche al naso, con sentori di frutta matura, balsamicità e speziatura. Poi fiori appassiti, frutti di bosco, pepe rosa, chi più ne ha, più ne metta. Da abbinare a piatti di pesce elaborati, zuppe, affumicati e frutti di mare.
VII batteria
Si arriva al clou della serata di Bererosa 2020, quattro grandi bollicine Brut che hanno come minimo comun denominatore un lungo affinamento sui lieviti. Tre cantine: d’Araprì (Puglia) con due etichette, La Scolca (Piemonte) e Il Borro (Toscana).
Il livello è veramente alto, difficile assegnare una preferenza in questa batteria, dobbiamo almeno nominarli tutti. Abbiamo apprezzato moltissimo sia il Rosé Brut (Montepulciano e Pinot Nero) che il Daunia Sanseveria Rosé Brut IGP 2015 (100% Nero di Troia) di d’Araprì. La Scolca con il suo Brut Rosé Millesimato D’Antan 2008, prodotto prevalentemente con uve Cortese con un 3/5 % di Pinot Nero, è ormai un grande classico, con i suoi lunghissimi 10 anni sui lieviti.
Ma le regole del gioco sono chiare, per cui ecco la menzione speciale di batteria: Bolle di Borro Rosé Brut 2013 – Il Borro
100% Sangiovese con una maturazione sui lieviti di 60 mesi: perlage elegante, complessità e struttura. La fragranza del pane e la buona acidità in bocca ne fanno uno spumante da tutto pasto.
Bererosa: ripartiamo dal rosato
Ci alziamo da tavola provati ma per certo soddisfatti. Benché la presenza dei produttori a una degustazione sia sempre importante per poter farsi raccontare il vino da chi lo fa, in questo caso non è stato ovviamente possibile averli fra noi. La loro mancanza a Bererosa 2020, però, è stata compensata dalla possibilità di assaggiare un numero maggiore di vini con questa formula pensata per rispettare tutte le norme vigenti. Per il mondo dell’enogastronomia è importante ripartire velocemente in questo periodo e ringraziamo Cucina & Vini per essere riusciti a confermare questo importante evento che mette in risalto il rosato, un vino spesso troppo poco tenuto in considerazione in Italia.
Buon rosato a tutti!
Michele